UN REQUIEM L’idea della morte nella musica di MOZART
Giovedì 12 maggio ore 19.30, venerdì 13 maggio ore 20.30, sabato 14 maggio ore 18
UN REQUIEM
L’idea della morte nella musica di MOZART
MASSIMO POPOLIZIO, voce recitante
Giovedì 12 maggio ore 19.30 (repliche venerdì 13 maggio ore 20.30 e sabato 14 maggio ore 18, Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone-Sala Santa Cecilia) l’Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia accoglieranno sul podio il direttore austriaco Manfred Honeck, Direttore principale della Pittsburgh Symphony Orchestra e ospite abituale di Santa Cecilia dal 2013, per un progetto da lui stesso ideato che attraverso canti gregoriani, il Requiem e altri brani mozartiani nonché alcune letture, intende tracciare un percorso dedicato al concetto della morte e della finitezza nella musica del compositore salisburghese. A dar voce al Requiem e alle altre musiche in programma sarà un quartetto di artisti affermati in campo internazionale: Federica Lombardi (soprano), Marianna Pizzolato (contralto), Mauro Peter (tenore) e Krzysztof Bączyk (basso) mentre i sonetti di Michelangelo e gli altri testi che arricchiranno la serata verranno letti da Massimo Popolizio, al debutto sul palcoscenico dell’Accademia di Santa Cecilia. Annoverato tra i massimi protagonisti del mondo del cinema, del teatro e della televisione, a proposito della sua collaborazione con l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e Manfred Honeck, ha dichiarato: «Partecipare come “voce recitante” a un programma musicale così importante con la direzione prestigiosa del Maestro Manfred Honeck, significa entrare con umiltà in un “altro mondo”. Non si tratterà solo di “leggere”, ma in un certo modo di interpretare quei brani così densi, rimanendo allo stesso tempo uno strumento musicale. Credo che quelle parole potranno essere la parte complementare e ugualmente emozionale della serata».
Manfred Honeck, fervente cattolico e padre di 6 figli, in una recente intervista ha parlato della genesi del suo progetto (nel frattempo eseguito, sempre con grande successo, con diverse orchestre internazionali): “Per me Dio è al primo posto. […] La religione, la musica e la poesia sono i tre elementi fondamentali della mia vita e io credo a una vita dopo la morte. […] La morte, nella società di oggi, non sembra più reale. La filosofia di vita è indirizzata verso il piacere, la gioia, il successo e il consumismo. La morte viene esclusa – e trovo che ciò sia disumano. […] Quando riflettevo sulla morte di Mozart, mi venivano in mente tutte le tradizioni legate alla messa dei morti che si celebrava a quei tempi. Mi chiedevo, incuriosito, come fosse trascorso il giorno successivo alla morte di Mozart. […] Mozart era un uomo profondamente religioso: «La morte è il miglior amico dell’uomo» era la frase alla base del suo pensiero. E questa comprensione della morte, questo stretto legame si sente nel suo Requiem. […] Io ho perso mia madre all’età di sette anni. Non la conoscevo veramente, ma ricordo la cerimonia funebre. Sono lì le radici delle mie riflessioni sulla morte. Quando in seguito ascoltai per la prima volta il Requiem, percepii quel che Mozart deve avere sentito quando creò questa composizione”.
Il progetto, che prevede le sole sezioni del Requiem interamente composte e completate dalla mano di Mozart (il Requiem, come noto, fu portato a termine da un suo allievo), verrà aperto dalla Prima Sinfonia di Beethoven, eseguita nove anni dopo la morte del genio di Salisburgo, mentre l’esecuzione del Requiem verrà intervallata e scandita da altri brani come la Musica funebre massonica K 477 composta nel 1785 in occasione della morte di due “fratelli” massoni di Mozart, il Laudate Dominum dalle Vesperae solennes de confessore K 339, l’Ave verum corpus K 618, alcuni canti gregoriani affidati alla Schola Gregoriana del “Pontificio Istituto di Musica Sacra” e da letture tratte dall’epistolario mozartiano, dal Libro della Rivelazione nonché da due sonetti di Michelangelo Buonarroti (il Sonetto 285 “Giunto è già ‘l corso della vita mia” e il Sonetto 288 “Le favole del mondo m’hanno tolto”).
Manfred Honeck
Manfred Honeck è considerato uno dei direttori più affermati in campo internazionale, le cui intepretazioni ottengono grande riconoscimento. È da quattordici anni Direttore musicale della Pittsburgh Symphony Orchestra, e nello scorso anno il suo contratto è stato prolungato fino a conclusione della stagione 2027-2028. Sotto la sua direzione, l’orchestra ha raccolto successi in patria e all’estero, ospite di festival quali i BBC Proms, Festival di Salisburgo, MusikfestBerlin, Lucerne Festival, RheingauMusik Festival, Beethovenfest Bonn e il Grafenegg Festival. L’attività di Manfred Honecks è documentata anche da una lunga serie di incisioni discografiche per l’etichetta Label Reference, con brani di Strauss, Beethoven, Bruckner, Čajkowskij, che hanno ricevuto diverse nomination ai Grammy. La registrazione della Quinta Sinfonia di Šostakovič e dell’Adagio di Barber ha ottenuto il Grammy come “Best Orchestral Performance”.
Il direttore austriaco ha compiuto gli studi musicali alla HochschulefürMusik di Vienna e in seguito ha fatto parte dei Wiener Philharmoniker e dell’orchestra della Staatsoper di Vienna. La sua carriera direttoriale ha avuto inizio come assistente di Claudio Abbado e come direttore della Orchestra Jeunesse di Vienna. Successivamente, ha ricoperto l’incarico di primo Kapellmeister al Teatro dell’Opera di Zurigo, è stato Direttore della MDRSinfonieorchester Leipzig, Direttore Musicale della Opera nazionale Norvegese, Primo direttore ospite della Oslo Philharmonic Orchestra, della Czech Philharmonic Orchestra, Direttore principale della Swedish Radio Symphony Orchestra. Dal 2007 al 2011 è stato invece Generalmusikdirektor della Staatsoper Stuttgart. Come Direttore ospite è salito sul podio delle maggiori orchestre del mondo: SymphonieorchesterdesBayerischenRundfunks, Berliner Philharmoniker, Gewandhausorchester Leipzig, Staatskapelle Dresden, BambergerSymphoniker, Royal Concertgebouw Orchestra, London Symphony Orchestra, Orchestre de Paris, Wiener Philharmoniker e negli Stati Uniti della Los Angeles Philharmonic, New York Philharmonic, The Cleveland Orchestra, Chicago Symphony Orchestra, Boston Symphony Orchestra, Philadelphia Orchestra und San Francisco Symphony.
Ha ricevuto diverse lauree ad honorem e nel 2018 è stato premiato dalla giuria dell’International Classical Music Awards come “Artist of the Year”.
Massimo Popolizio
Attore di teatro, cinema e televisione, ha collaborato per vent’anni con Luca Ronconi. Tra gli spettacoli principali Gli ultimi giorni dell’umanità di Kraus, 1990; Strano interludio, 1990 e Il lutto si addice ad Elettra, 1997, di O’Neill; Misura per misura, 1992 e Re Lear, 1995 di Shakespeare; Verso “Per Gynt” da Ibsen, 1995; Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda, 1996; Ruy Blas di Hugo, 1996; I fratelli Karamazov di Dostoevskij, Questa sera si recita a soggetto di Pirandello, 1998. Al Piccolo: La vita è sogno di Calderon de la Barca, 2000; Lolita-sceneggiatura di Nabokov; I due gemelli veneziani di Goldoni (Ubu come miglior attore protagonista); Candelaio di Giordano Bruno, tutti e tre allestiti nel 2001; Baccanti di Euripide e Rane di Aristofane, 2002; Professor Bernardi di Schnitzler, 2005 (Ubu miglior attore non protagonista); Inventato di sana pianta ovvero gli affari del Barone Laborde di Broch, 2007; Lehman Trilogy di Massini, 2015 (premio Ubu e premio Hystrio).
Ha al suo attivo molte altre collaborazioni in spettacoli di grande successo con registi italiani e stranieri, tra cui Cesare Lievi, Massimo Castri, Arpard Schilling, Claudio Longhi, Franco Branciaroli, Walter Pagliaro, Mauro Avogadro, Lluis Pasqual, Gianfranco de Bosio, Antonio Calenda, Marco Sciaccaluga, Elio De Capitani, Jean-Pierre Vincent.
Come regista, porta in scena Il prezzo di Miller di cui è anche protagonista (2015), Ragazzi di vita da Pasolini (2016, Premi Ubu e Le Maschere del Teatro italiano, miglior regia e miglior spettacolo), Un nemico del popolo di Ibsen (2018, Premio ANCT), Furore da Steinbeck (2019, Premio Le Maschere del Teatro), M Il figlio del secolo di Antonio Scurati.
In tv è tra i protagonisti della serie La stagione dei delitti per RaiDue, Il grande Torino, regia Claudio Bonivento (2004), Il delitto di via Poma (2011) regia di Roberto Faenza, Il clan dei camorristi (2013) regia di Alexis Sweet e Alessandro Angelini, Una grande famiglia (2013) regia di Riccardo Milani, Qualsiasi cosa succeda, regia Alberto Negrin (2013), Il confine, regia Carlo Carlei (2018), Svegliati amore mio regia R. Tognazzi e S. Izzo (2020). Per il grande schermo ha lavorato sempre con Bonivento (L’attentatuni), i fratelli Taviani (Le affinità elettive), Michele Placido (Romanzo Criminale e Il grande sogno), Daniele Lucchetti (Mio fratello è figlio unico), Paolo Sorrentino (Il Divo e La grande bellezza), Luca Miniero (Sono tornato), Mario Martone (Il giovane favoloso), Carlo Verdone (L’abbiamo fatta grossa), Fiorella Infascelli (Era d’estate), Ficarra e Picone (Il primo Natale), Pietro Castellitto (I predatori), Paolo Virzì (Siccità).
Ha inoltre interpretato Lettera al mio giudice di Simenon, con le sonorizzazioni di Paolo Fresu, Le memorie perdute di Chet Baker, con Fabrizio Bosso alla tromba, La vita di Charlie Parker con Enrico Rava, Le città invisibili di Calvino con Javier Girotto, I sonetti di Gioacchino Belli con Ambrogio Sparagna.
Tra i premi ricevuti, oltre ai già citati, nel ’98, il premio Salvo Randone, il Veretium d’Oro e il Nastro d’Argento per il doppiaggio del film Hamlet diretto e interpretato da Kennet Branagh. Ha ricevuto inoltre il Nastro d’Argento per l’interpretazione di Giovanni Falcone in Era d’Estate di Fiorella Infascelli e come non protagonista ne I predatori, oltre al premio De Sica-Teatro per l’anno 2016.
Giovedì 12 maggio ore 19.30, venerdì 13 ore 20.30, sabato 14 ore 18
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone – Sala Santa Cecilia
Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Schola Gregoriana del Pontificio Istituto di Musica Sacra
Manfred Honeck direttore
Massimo Popolizio voce recitante
Federica Lombardi soprano
Marianna Pizzolato contralto
Mauro Peter tenore
Krzysztof Bączyk basso
Beethoven Sinfonia n. 1
Un Requiem: l’idea della morte nella musica di Mozart
Mozart
Requiem K 626
Musica funebre massonica K 477
Laudate Dominum K 339
Ave verum corpus K 618
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