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Questo mese abbiamo scelto una emblematica poesia di Alessandra Carbognin, “Nascere”.
Chi è Alessandra Carbognin? In breve la presenteremo, per commentare poi la sua lirica bellissima e aperta alla speranza.
È dottore di ricerca in Sociologia e Ricerca Sociale presso la scuola di dottorato di Scienze Umane e Filosofia.
È mediatrice familiare sistemica relazionale, pedagogista e counsellor del Cncp (Coordinamento Nazionale Counsellor Professionisti).
È stata formatrice referente del Progetto Scuola per conto di Telefono Azzurro.
Per il Cncp è delegata regionale per la Sardegna.
Ha scritto il saggio “La ricchezza nell’educazione” (Venezia 2012) e per la rivista scientifica “Italian Sociology Review” ha pubblicato “Il capitale sociale e umano, il caso dei Convitti in Italia”.
Il libro più recente è “L’amore è un’impresa. Due cammini in un’unica strada”.
È presidente della “Dante – comitato di Cagliari” per la Società Internazionale Dante Alighieri.
Collabora con varie testate giornalistiche e radiofoniche.

Nascere

Mi sento come una pratolina di campo.
Già lo sforzo
per venire al mondo
dalla terra dura e arsa
è tanto.
Tante fatiche a chiedere e a rincorrere.
Ora basta.
Tutto quel che viene è Luce e Sole.
Lo prendo senza aspettarmi nulla in cambio.
Un dono gratuito.
Tutto il resto è un di più.

È una breve lirica, intessuta in versi liberi, in cui, con metafore efficaci, si descrive la fatica del venire al mondo fra tante difficoltà, ma anche la bellezza dello sbocciare alla luce. Non è la solita poesia ripiegata su se stessa nell’autovittimismo, bensì una luminosa presa di conoscenza del valore della vita e del possibile sorriso dell’avvenire. La tessitura è fresca, spontanea, essenziale. Viene voglia di impararla a memoria.

(Foto di AMD Photographer)