Un Patto per lo sviluppo locale e il lavoro dei Monti Lepini
“Abbiamo sentito la necessità di promuovere l’avvio di una fase di riflessione, analisi e valutazione tra le istituzioni territoriali che cooperano tramite e con la Compagnia dei Lepini, le organizzazioni delle categorie economiche e le forze sociali insieme alle rappresentanze istituzionali della Regione Lazio sulla tematica dello sviluppo locale e dell’occupazione. Riteniamo sempre più in maniera convinta che è possibile costruire una prospettiva di sviluppo locale che sia sostenibile, eco-compatibile, solidale ed equa nell’ottica della valorizzazione dei territori”. E’ con queste premesse che il presidente della Compagnia dei Lepini, Quirino Briganti, ha introdotto una importante riunione che si è svolta mercoledì scorso all’interno della Sala Ercole del Museo Archeologico di Sezze, utile per iniziare una serie di passaggi che si concluderanno con la stipula di un patto per lo sviluppo locale e il lavoro nel territorio dei Lepini, che abbraccia 3 province, 150mila abitanti circa e che dovrà cercare un nuovo connubio tra dotazioni culturali e ambientali e meccanismi di produzione delle economie, principali elementi generatori che ne determinano la competitività. All’incontro, voluto dalla Compagnia dei Lepini, oltre a diversi sindaci ed esponenti delle amministrazioni locali, rappresentanti delle organizzazioni sindacali e forze sociali con le quali aprire un confronto, hanno preso parte due assessori regionali, l’assessore al Lavoro Claudio Di Berardino e l’assessore all’Agricoltura Enrica Onorati, i quali hanno convenuto con i presenti sulla necessità di ragionare su uno sviluppo per cui la sostenibilità diventi l’orizzonte di riferimento all’interno del quale incardinare le iniziative che possano realizzare un progresso nel territorio e ad obiettivi da perseguire mediante la salvaguardia attiva ed adattiva delle risorse endogene, con la scelta della sostenibilità ambientale dello sviluppo utile non soltanto per tutelare il valore intrinseco di alcuni principi o beni ambientali, ma, soprattutto, come possibile soluzione alla decadenza o alla stagnazione di quelle attività economiche storicizzate che hanno giocato un ruolo trainante per il contesto socio-economico territoriale. Tre le grandi strategie che si dovranno seguire per realizzare questo progetto: ri-territorializzare economia e lavoro, ri-contestualizzare la società e rivitalizzare la cultura locale: “La difficoltà di importanti realtà produttive – ha concluso Quirino Briganti – ci impongono di promuovere programmi di sviluppo indirizzati ad una riconversione e riqualificazione del complesso tessuto imprenditoriale”.
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