Un originale libro di Lamberto Lambertini
Un originale libro di Lamberto Lambertini: Baciare il tempo
Conoscevo Lamberto Lambertini come geniale regista (valga per tutti lo stupefacente “In viaggio con Dante”, una traslitterazione della Divina Commedia in immagini, in chiave interpretativa originalissima), però non avevo mai saputo della sua passione pittorica. Solo leggendo (anzi: vedendo) il testo che mi appresto a recensire, mi sono stupito di fronte alle riproduzioni fotografiche di alcuni suoi quadri, d’una bellezza che fa riflettere: e non esagero. Sono volti e corpi femminili d’una sensualità che sfocia nell’enigmatico, fascinosi, ambigui, sospesi tra cielo e terra, direbbe Foscolo tra “la Venere celeste e la Venere nuda della Grecia e di Roma”. C’è in quei morbidi e decisi segni la potenza dell’eterno femminino, un mondo tonale nuovo, inusitato, che talvolta mi distoglie dal pur complesso, lirico, ironico narrare, incastonato in giochi di specchi in cui sono inseriti, a mo’ di esergo, altri autori con pensieri provocatori o didascalici, a cui risponde la scrittura di Lambertini.
Ma veniamo al testo.
Questo volume (che reca per sottotitolo “Romanzo fino alla fine di Lamberto Lambertini” – titolo ambiguo e perciò stesso polisemico – iemme edizioni, pp. 104) mi dà il destro per parlare, oltre che del bellissimo lavoro in oggetto, di un problema oggi tenuto in “non cale” ma che sta molto a cuore ai “nuovi critici”: l’unità nella Arti. Infatti, nell’era della specializzazione esasperata in ogni campo, fa un piacevole effetto incontrare chi guarda ed esprime la realtà a 360 gradi. L’uomo, d’altronde, è un essere complesso e non divisibile in sezioni. Per non andare alla lunga, dico di che tratta la narrazione “paraipotattica” di Lambertini: è la storia “eletta a emblema dell’esistenza” della sua famiglia, che vanta – come dice il cognome – antenati illustri (il Cardinale Lambertini, ad es., ma anche Gioacchino Murat e altre figure notevoli nell’albero genealogico) che, però, l’autore, con tatto e fine autoironia, non fa pesare sui lettori, anche perché la scrittura è fruibilissima, frazionata da passi solo liricamente inseriti in un contesto che si fonde – come detto – alle citazioni a margine pagina di eserghi esplicativi, ma soprattutto di pitture stupende: e sono le sue, di Lambertini, regista di cui ho avuto modo di ammirare (e lo ripeto) i documentari di genio sull’Iitinerarium mentis in Deum dell’Alighieri (ed aggiungo: la sua voce duttile e suadente è, per me, la migliore interprete del Sommo Poeta). Tuttavia “Baciare il tempo” è un libro a suo modo difficile, in quanto richiede acume di penetrazione nei significati plurimi spesso nascosti fra le righe: un romanzo polisemantico di un autore dal “multiforme ingegno”. Un innesto storico generale a una storia particolare: un’atmosfera quasi magica, dove i quadri fascinosi sono commento alla narrazione, e, talvolta (azzardo troppo?), questa è didascalica per impatto lirico alle pitture che non ci si stanca di ammirare.
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