Un originale Decreto Cultura
Non è facile, da parecchio tempo a questa parte, scoprire di sentirsi più o meno soddisfatti per qualcosa deciso o predisposto da un esponente di governo, ed è per ciò che quando questo accade sembra non si debba perdere l’occasione di segnalarlo, nella vaga speranza che la circostanza possa magari ripetersi in un futuro non troppo lontano.
Ora, il pretesto per una simile affermazione sta in un recente decreto, firmato dal ministro Franceschini, che per la prima volta formula in termini innovativi e soprattutto produttivi il rapporto tra pubblico e privato nel settore dei beni artistici e culturali, definendo alcuni provvedimenti concreti e vantaggiosi per la salvaguardia, il recupero, la valorizzazione delle opere d’arte, del materiale storico, del patrimonio archeologico italiano e altro.
Il decreto contiene in realtà diverse misure. La prima, denominata “art-bonus” (in assonanza con l’ecobonus, le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie), consiste nel diritto concesso a qualunque privato di avere significativi sgravi fiscali, recuperabili in tre anni, sulle somme donate per contribuire a restauri e tutele del patrimonio artistico italiano, o per aiutare istituti culturali, fondazioni liriche, teatri, ecc. Si tratta in sostanza dell’istituzione di un sistema di incentivi valido per tutti i generi di privati – imprese, enti, singoli cittadini – che d’ora in avanti se vorranno finanziare con i propri soldi il recupero di un’opera d’arte potranno beneficiare di un consistente credito di imposta, che per i prossimi due anni è fissato al 65% e per il 2016 sarà contenuto al 50%. Dall’altra parte, chi riceve la donazione, in omaggio a criteri di trasparenza totale, è tenuto a rendere pubblica l’entità della somma e l’utilizzo che ne vien fatto.
Questo doppio dispositivo prospetta un nuovo genere di tornaconto per il privato che voglia contribuire alla salvezza di un bene comune, un tornaconto che si materializza in un concreto beneficio per il “portafoglio” e non solo in un indefinito incremento di immagine, come accadeva finora (e pure in mezzo a una fitta siepe di ostacoli burocratici). Una conseguenza immediata, oltretutto, è l’aumento di quanti vorranno farsi sponsor di operazioni culturali, decisioni che garantendo nel breve periodo dei benefici tangibili si riveleranno adatte a chiunque, e non solo ai pochi che possono ora permettersi di destinare denaro a fondo perduto.
Lo stesso decreto contiene anche altri provvedimenti di rilevante portata, come nuovi stanziamenti destinati alle fondazioni liriche che si trovano “in sofferenza”; la nomina di un commissario straordinario per risolvere l’equivoca situazione della Reggia di Caserta (al 20% monumento nazionale, all’80% sede di una caserma e di uffici pubblici, al 100% struttura lasciata all’incuria); le linee di una nuova progettazione per le emergenze di Pompei. Ma è certamente per il particolare “invito” ai privati a darsi da fare per aiutare la ripresa del Paese che si distingue questa manovra ministeriale: che deve comunque ancora trovare attuazione nei dispositivi normativi collegati. Speriamo che vengano scritti e approvati presto.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento