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Un occhio all’Unione – 1

Luglio 31
22:00 2007

Perché l’Europa?
La Fondazione Istituto Gramsci e il CeSPI (Centro studi di Politica Internazionale) hanno organizzato lo scorso 17 luglio un incontro in occasione dell’uscita del volume “Perché l’Europa? Rapporto 2007 sull’integrazione europea” a cura di José Luis Rhi-Sausi e Giuseppe Vacca. Ospiti del dibattito, oltre ai curatori dell’opera, sono stati Silvano Andriani, Paolo Guerrieri, Giorgio La Malfa, Lapo Pistelli. Il processo di integrazione europea nel 50° anniversario della firma dei Trattati di Roma, istitutivi della Comunità economica, vive oggi un momento particolarmente delicato che ha raggiunto il suo culmine con la bocciatura in Francia e in Olanda del Trattato Costituzionale e con la crisi politica a seguito della guerra in Iraq. Il Rapporto 2007 ha l’obiettivo di indagare le ragioni per una nuova idea d’Europa attraverso interventi su temi quali le istituzioni europee dopo Maastricht, il ruolo dell’UE nell’economia globale, la Chiesa e l’integrazione europea, le politiche estere dell’Unione.
La crisi mostra due volti distinti: da una parte ci sono i problemi politico-istituzionali e dall’altra quelli legati alle politiche economiche.
Paolo Guerrieri ci ricorda che da sempre l’Europa ha vissuto di forti entusiasmi e di battute d’arresto. Basti pensare alle reazioni alla crisi petrolifera degli anni settanta o all’euro euforia vissuta negli anni ’80, alla quale seguì un periodo di forte realismo nel decennio successivo. È proprio nella gestione di questi elementi di discontinuità che Guerrieri vede la capacità di rilanciare l’integrazione europea, in un passaggio dal duopolio politico USA-URSS al multipolarismo dove è inserita anche l’Unione Europea, alla multilateralità, che rappresenta il governo della multipolarità.
Anche secondo La Malfa il problema della crisi dell’integrazione europea è evidente ma non da drammatizzare. “Quando ci si chiede quanto sia profonda la crisi del processo di integrazione europea”, racconta La Malfa, “mi viene sempre in mente una frase di Joan Robinson, la quale, in risposta a chi gli chiedeva lumi sulla crisi del capitalismo, rispondeva che il Capitalismo è in crisi da 200 anni”. Anche l’Europa ha subito notevoli momenti di crisi ed euforia sin dalla sua ideazione ma, secondo La Malfa, dovremmo essere propensi a pensare che il processo di integrazione andrà avanti e dovrà avere come obiettivo quello della creazione di una federazione degli stati europei.
Le dinamiche della politica internazionale danno ragionevoli elementi per immaginare che si possano presto creare situazioni inaspettate a causa dell’influenza di Paesi quali Russia o Cina, o a causa di sviluppi dovuti a squilibri in zone come quella mediorientale. Solo grazie a un’Europa federale saremo pronti a fronteggiare eventuali crisi internazionali, essendo il ruolo degli Stati Uniti e della NATO estremamente cambiato negli ultimi decenni.

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