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Un libro “unico” e prezioso

Un libro “unico” e prezioso
Dicembre 18
12:52 2020

È fatta! L’ultima grande fatica editoriale di Tarquinio Minotti e delle Edizioni Controluce si è conclusa con la stampa del libro:

L’Italia in fotografia. 500 scatti di storia, luoghi e costumi dal 1913 al 1950.
Formato 24 x 24 cm
Pagine 512
Edizione con copertina cartonata

Il volume, inserito nella “Collana Fotografia” con il progetto grafico di Tarquinio Minotti e Armando Guidoni, può essere acquistato dal pubblico al prezzo di copertina di 60 euro.

Nel libro, curato con la solita passione da Tarquinio Minotti, sono inserite circa 500 fotografie in bianco e nero. Questa ricca raccolta propone, nei tratti salienti, la rappresentazione che l’Italia ha dato di sé nella prima metà del ‘900 attraverso una parte delle bellissime immagini fotografiche realizzate da un fotografo che non siamo riusciti a identificare con certezza. Il suo nome, infatti, non è noto. Nelle lastre fotografiche compare il nome Enrico Albacini, ma non sappiamo se si tratti dell’autore delle foto o di chi sviluppò le lastre. Era, però, certamente un giornalista-fotografo molto qualificato. Numerose foto, infatti, sono state scattate da postazioni privilegiate che potevano essere assegnate solo a un fotografo ufficiale e occorre prendere in considerazione anche l’indizio dato dalla foto ‘In sala stampa’ pubblicata a pagina 75.

Una ulteriore conferma della qualità di queste riprese fotografiche è data dalla particolarità e rarità dello strumento usato negli scatti: una fotocamera stereoscopica! Un caratteristico tipo di fotocamera dotata di due obiettivi paralleli, posti tra loro alla stessa distanza degli occhi umani (circa 6-7 cm) che proiettano contemporaneamente due immagini distinte – anche se dello stesso soggetto – che vanno a impressionare due diverse lastre fotografiche. Successivamente, in un sistema di visione stereoscopica, inserendo le due lastre fotografiche alla medesima distanza della prima impressione, si ha la possibilità di simulare la visione binoculare dando al lettore la sensazione di osservare immagini tridimensionali. L’invenzione della fotocamera binoculare (conosciuta anche come fotocamera stereoscopica o stereo camera) risale al 1852 per opera di J.B. Dancer, ma è solo negli anni cinquanta del XX secolo che le macchine fotografiche stereoscopiche guadagnarono popolarità presso il pubblico.

Questo artista-fotografo è stato testimone dell’evoluzione storica dell’Italia – in una dettagliata cronologia che percorre uno dei periodi più complicati della nostra storia, caratterizzato da due guerre mondiali nonché da sconvolgimenti politici, culturali, sociali ed economici – che ‘si snocciola’ nel susseguirsi degli scatti e nell’analisi dei loro contenuti e dei loro stili. I contenuti e la forma di espressione si intessono e rivelano un racconto che è insieme documento, testimonianza, memoria storica del nostro Paese ed esposizione di un’arte figurativa – a volte, a torto, considerata minore – che è manifestazione di un linguaggio efficace ed esemplificativo.

Le basi della composizione fotografica del nostro autore riguardano la forma, l’uso creativo dei fattori di ripresa e il contrasto. Questi elementi agiscono collettivamente per plasmare immagini suggestive e stimolanti.

Il ‘diario’ dell’artista-fotografo è registrato con uno stile personale e ci racconta – attraverso i suoi reportage sul campo – l’atmosfera di quegli anni e la mutazione dell’Italia con la sua partecipazione agli eventi più importanti, con i suoi viaggi e con i momenti trascorsi insieme alla sua famiglia e ai suoi amici. Egli ‘dipinge’ per noi la vita e le abitudini dei nostri predecessori, la loro difficoltà nella vita quotidiana, la loro povertà messa in contrasto con l’opulenza ostentata della borghesia. Si tratta di un viaggio nel tempo, un avvincente salto nella storia attraverso gli occhi di un fotoreporter che ha ‘fissato’ alcuni dei momenti più intensi e, a volte, dolorosi del nostro passato.

Questi valori, aggiunti al potere plastico e all’intensità delle fotografie in bianco e nero, assegnano a questo progetto le caratteristiche sufficienti per presentarsi come un riferimento qualificato per la fotografia di documentazione.

Sfogliando le pagine del libro vediamo scorrere sotto i nostri occhi le foto delle località più suggestive di quasi tutte le regioni italiane; i ritratti di gruppi di persone negli esterni e nelle manifestazioni cittadine; i ritratti negli interni caratterizzati da una meravigliosa scelta delle luci; le celebrazione di santi e le sfilate allegoriche per le strade di Roma; le manifestazioni pubbliche con la partecipazione della famiglia reale; le inaugurazioni dei monumenti e le visite dei capi di stato esteri; l’arrivo alle Capannelle del pioniere dell’aviazione francese Maurice R. Chevillard; l’ammaraggio sul Tevere dell’idrovolante pilotato dall’aviatore Francesco De Pinedo; l’attesa dell’ultima fumata in Piazza San Pietro; gli effetti devastanti del terremoto di Avezzano del 1915 visti nell’area del ‘cratere’ e in alcuni crolli nei vicoli di Roma; l’alluvione di Roma del 1915 con le strade allagate percorse dalle barche; i sintomi dell’imminente guerra e le celebrazioni religiose svolte con la speranza di allontanarla; le partenze delle truppe per il fronte e il loro ritorno; le numerose dimostrazioni di folla al Campidoglio fatte durante la guerra; la Festa della Vittoria con la partecipazione di Vittorio Emanuele III e delle Regine Margherita e Elena; la tumulazione della salma del Milite Ignoto con le onoranze ufficiali dei cittadini, dei Sovrani e del Governo; la morte di papa Benedetto XV, l’attesa della fumata bianca e la prima benedizione di Pio XI – e anche di Pio XII – alla folla dalla loggia esterna; i funerali di Eleonora Duse a Santa Maria degli Angeli; i funerali della Regina Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia consorte di re Umberto I; alcune visite ufficiali di Benito Mussolini; il Colosseo, fotografato insieme alla fontana di età flavia ‘Meta sudans’ ancora presente; la visita di Adolf Hitler a Roma; l’arrivo degli alleati a Roma nel 1944.

Il materiale complessivo che ci è stato consegnato è composto da circa cinquemila scatti e per Tarquinio Minotti è stato doloroso decidere quali di essi selezionare per la pubblicazione. Inoltre, a causa del lungo tempo trascorso, dal momento degli scatti a oggi, e della non perfetta conservazione delle lastre, Tarquinio è stato costretto anche a portare a termine un lungo e difficile lavoro di ‘restaurazione digitale’ per rendere più gradevole la loro visione.

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