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Un grande protagonista dell’estate anticolana: Fausto Pirandello

Un grande protagonista dell’estate anticolana: Fausto Pirandello
Settembre 13
17:41 2009

Fausto Pirandello: studio di AnticoliTra gli eventi culturali più importanti di quest’estate è certamente la serie di manifestazioni che il comune di Anticoli Corrado ha organizzato da maggio a settembre come corollario alla mostra dedicata a un artista la cui grandezza si va rivelando sempre più netta e indiscutibile sul piano internazionale: Fausto Pirandello. Perché tutto ciò avviene proprio ad Anticoli? Perché Anticoli non solo deve da sempre la sua fama a un’antica tradizione artistica che lo consacra come paese delle modelle e punto di incontro di artisti e letterati, ma anche e soprattutto perché ha dato i natali anche a una modella e poi moglie dello stesso Fausto Pirandello: Pompilia d’Aprile, la cui intensa e forte bellezza mediterranea è spesso soffusa su oggetti e ambienti anticolani come una nota ripetuta, un basso continuo.
Ad Anticoli, per una quindicina d’anni (dal 1921 al 1944, finché l’avvicinarsi del fronte bellico alla Valle dell’Aniene costrinse i Pirandello a lasciare l’abituale soggiorno estivo) Fausto trascorreva parecchi mesi quasi tutti gli anni. Sono gli anni cui risalgono alcune delle sue opere più meritatamente famose, come quello stupefacente Nudo in prospettiva del 1923 che pare rivaleggiare per arditezza prospettica e realismo con il Mantenga del Cristo deposto o quello della Pioggia d’oro (1933), in cui la statuaria monumentalità della figura femminile, riversa e quasi protesa verso lo spettatore, è come avvolta da una preziosa doratura estesa ai tanti piccoli oggetti quotidiani che affollano la minuscola stanza. Una monumentalità figurativa (e simbolica) che si ritrova non solo in certe suggestive rivisitazioni onirico-classiccheggianti di storie e leggende dell’antica Roma (come gli oli su tavola Primordi di Roma e Rialzamento delle colonne imperiali, eseguiti per uno dei concorsi dell’EUR e ascrivibili agli anni 1939-40) o nell’espansa nudità “eroica” dei gagliardi protagonisti della Palestra del 1934, ma anche in tanti scenari campestri che molto opportunamente la mostra allestita ad Anticoli privilegia, gettando nuova luce anche su opere arcinote (come la drammatica, imponente Siccità del 1936-1937, dove l’impianto quasi masaccesco delle figure viene filtrato dalle intense e molteplici sperimentazioni pittoriche in ambito contemporaneo). Tra l’ampia sequenza delle opere dedicate all’attività campestre in esposizione ad Anticoli – sanguigne, carboncini, pastelli, perlopiù inediti – di grande impatto visivo ed emotivo sono le figure legnose e prosciugate dei falciatori e delle falciatrici, ora in piedi, ieratiche nei loro grandi cappelli arcaici, ora gettate a terra, in preda a sonni pesanti come macigni, e persino il muso malinconico ed interrogativo di una mucca solitaria, immersa in un prato tutto fiorito di papaveri …
Un altro polo d’interesse della mostra è dato dall’importante sequenza, anch’essa inedita, delle Crocifissioni: un tema ricorrente nell’intera esperienza pittorica di Fausto Pirandello, sempre presente in innumerevoli schizzi e pastelli che sono stati giustamente valorizzati dai curatori (tra cui Paolo Bertoletti, Carlo Fabrizi Carli, Giovanna Carlini Pirandello, Pierluigi Pirandello, Marco Occhigrossi), tanto da potersi collocare accanto ad opere già ben note come l’olio donato al Vaticano (oggi nella Raccolta d’Arte Religiosa Moderna, databile, grazie alla testimonianza del figlio Pierluigi, intorno al 1934) o alla più tarda, sconvolta e sconvolgente Crocifissione laica (1939), memore non solo dei grandi modelli della pittura italiana rinascimentale, ma anche del grottesco stralunato di tanta pittura nordica ben presente nelle ultime propaggini dell’esperienza espressionista europea. Non poteva mancare, all’interno di questa importantissima mostra, una sezione dedicata ai ritratti di famiglia e agli autoritratti. Luigi Pirandello ritratto da FaustoTra questi campeggia ovviamente il famoso ritratto del padre, risalente al 1936, tutto in grigio, con tanto di cappello a larghe falde (ripreso e quasi ironicamente sdoppiato in quello della lampada posta alle sue spalle, anche lei in grigio, anche lei triangolare proprio come il celebre viso, reso appuntito da quel non meno celebre pizzetto filosofico e magari un tantino mefistofelico…). E poi ci sono i ritratti eseguiti dal padre, Luigi Pirandello, pittore dilettante ma non troppo, date le indubbie qualità di penetrazione psicologica e di resa atmosferica affidata a una tavolozza parca ma quanto mai efficace ed incisiva, esaltata dalla stessa calda e avvolgente atmosfera del museo civico di Anticoli. Lungi da ogni istanza di inamidato ed erudito collezionismo, il museo di Anticoli ha infatti saputo conservare una sua primitiva impronta scapigliata e casuale come lo sono state le presenze degli artisti nelle case, nei vicoli e nelle piazze del paese (da Aristide Sartorio a Raffael Alberti, Arturo Martini, Felice Carena, Emanuele Cavalli, Giuseppe Caporossi, Pietro Gaudenzi, Carlo Toppi, Antonio Muñoz, Attilio Selva, Orazio Amato, nonché Sigmund Lipinski, Shou Soo Chen, Godwin Ekhard, senza dimenticare un nutrito drappello di artiste quali Edita Broglio, Elisabetta Kaehlbrandt Zanelli, Emilia De Vitis, Pasquarosa Marcelli Bertoletti, ecc.)
Ad arricchire il variegato programma, il comune di Anticoli ha organizzato negli ultimi giorni di agosto due eventi di grande rilievo: il 28 agosto era la volta di un artista poliedrico e accattivante come Mauro Ginestrone, ardito sperimentatore di nuove forme espressive e multimediali, in cui vanno a confluire e a interagire le più disparate esperienze musicali, teatrali e poetiche, sia di derivazione colta che di origine popolare (come si evince dai bellissimi testi poetici tratti da Cortekanava, il volume che è stato presentato, nella stessa serata, da Paolo Bertoletti, Antonio Di Fresco, Pierluigi Pirandello e la sottoscritta). Il 29 agosto è andato in scena il monologo Per una voce sola di Luciana Griffi, nell’interpretazione di una valentissima attrice, Lina Bernardi, preceduto dal Dialogo immaginario fra Luigi Pirandello e il figlio Fausto (tratto liberamente dell’interessantissimo epistolario, ancora inedito, intercorso tra i due) cui hanno dato voce Ivan Festa e Giovanni Maria Buzzatti, in una profonda, coinvolgente, a volte drammatica ricostruzione dell’intricato, fecondissimo rapporto tra il pittore Fausto Pirandello e il padre Luigi.

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