Un giorno gli uomini vestiranno di rosa
La crisi economica in Italia è dovuta soprattutto alla crisi morale. Ogni anno gli italiani sono costretti da un lato a pagare 60 miliardi in più per la corruzione nelle spese pubbliche e dall’altro lato a subire minori entrate nelle casse pubbliche, pari a 160 miliardi, a causa dell’evasione fiscale di banche, imprese grandi e piccoli, professionisti, sino al più piccolo artigiano.
Sono queste le recenti stime della Corte dei Conti. Non abbiamo stime adeguate, invece, su quanto ci costano le consulenze utili a sopperire il deficit di professionalità dei dirigenti dello Stato che hanno occupato il posto grazie alla politica clientelare. Né sappiamo il costo delle finte consulenze dovute ai favoritismi della casta dei politici. Il peggio è che di crisi morale si muore pure!
Il caso del ragazzo quindicenne romano suicidatosi il 20 novembre scorso perché vessato sul web è paradigmatico. Dimostra a che livello di inciviltà, ignoranza e cinismo sia arrivata la società italiana. Gli onesti intellettualmente, gli educati e colti sono costretti a soccombere in questa società di furbi senza più etica. È la madre del ragazzo in primis a tentare di fare chiarezza e a smascherare cosa ci sia stato veramente nell’anima delle persone che con la derisione gratuita e cinica sul web hanno spinto il figlio ad uccidersi: l’invidia dei vigliacchi. Un sentimento perverso, questo, di chi è abituato a cavarsela con la furbizia, rinunciando a priori a conoscere, a capire il nocciolo delle questioni. «Chi è marcio oggi – ha detto la madre – sarà il marcio del futuro». Ormai un ragazzo che non fuma, non usa il turpiloquio e non è aggressivo non è considerato ‘figo’. Ha spiegato, dunque, sua madre: «Era stato creato un falso profilo Facebook, con il nome del ragazzo declinato al femminile. La foto pubblicata era di carnevale dove appariva truccato, ma lo hanno voluto deridere e farne un mostro. Veniva fatto passare come omosessuale. Lui che non aveva ancora dato il primo bacio! Lui che era così acerbo, e nello stesso tempo capace di un amore così grande. Ci mancano le sue battute, le sue risate. Se fosse stato omosessuale ce lo avrebbe detto, perché era un ragazzo senza vergogna e pregiudizi, un anticonformista, abituato a dirci tutto di sé». I suoi compagni del liceo scientifico lo descrivono estroso, creativo e originale. Infatti, le sue provocazioni erano innocenti: si era vestito di rosa e si era laccato le unghie. Un modo, questo, come un altro per stupire o per trasgredire alle convenzioni, tipico della sua età, con buon gusto e divertendosi.
O forse si trattava della risposta di un ragazzo ipersensibile alle illazioni sempre più grevi sul web che duravano da circa un anno e che puntavano a ferirlo. Tra i suoi amici nessuno pensava che fosse gay e lui non si era mai dichiarato tale. «L’unico colore rosa è quello della sua sensibilità» ha detto giustamente la madre del ragazzo suicida. Ed io aggiungerei che c’è da credere che quando il rosa andrà di moda per i maschi, i colpevoli dello stalking verso il ragazzo suicida saranno i primi ad adottarlo negli abiti. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta sul caso e c’è da sperare davvero che si trovino i colpevoli di vessazioni così gravi e che si proceda in modo severo per stroncare un fenomeno così deleterio come il bullismo, troppo spesso sottovalutato nella nostra società degradata moralmente.
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