Un giglio calpestato
I dodici giurati della corte militare russa dopo due anni e quattro mesi di indagini, quattro mesi di processo e tre ore di camera di consiglio, concludono con quattro assoluzioni il processo per l’omicidio della giornalista russa Anna Politkovskaja, assassinata con un colpo di pistola alla testa ed uno al cuore. Non avendo ritenuto sufficienti le prove per una condanna, nessuno degli accusati è stato giudicato colpevole, gli imputati erano due fratelli ceceni, un ex poliziotto moscovita ed un colonnello dei servizi segreti russi. “Secondo l’accusa, l’esecutore materiale dell’omicidio è un terzo fratello, Rustam Machnudov, ma la polizia non è stata capace di catturarlo e probabilmente è fuggito in Europa, come non è stata capace di identificare il mandante del delitto. Durante le indagini sono sparite prove importanti; sim-card, cd-rom, fotografie dello stesso Machnudov, ed inoltre il video della telecamera a circuito chiuso del palazzo dove viveva la Politkovskaja, che mostra l’assassino di spalle – racconta il quotidiano “The Guardian”. L’avvocato della famiglia ha annunciato il ricorso in appello ma non è per nulla fiduciosa: “Tutto è stato organizzato ad un livello più alto, non può essere solo opera degli imputati”. La donna non rieducabile, così definita dal Cremlino, ha lasciato due figli ed un’inchiesta sulle torture in Cecenia da parte dei russi che non potrà più essere pubblicata dal suo giornale, il quotidiano d’ispirazione liberale Novaja Gazeta, che ha portato comunque avanti ulteriori indagini parallele, preferendo però non divulgarle. Lascia tutti i suoi documenti, foto, archivi e pc alla polizia russa, che dopo la sua morte ha sequestrato tutto ciò che era reperibile nel suo modesto appartamento. Anna sapeva di rischiare la vita, dopo aver preso durissime posizioni contro l’amministrazione russa in merito alla crisi del teatro Dubrovka ed alla tragica strage nella scuola di Beslan. Il sospettato principale sembra essere il presidente ceceno Ramzan Kadyrov accusato di violazione dei diritti umani e spesso e volentieri criticato nei suoi articoli dalla Politkovskaja. La ricorrenza della festa della donna, domenica 8 marzo, è stata dedicata alla giornalista, dove alle ore 21.00 nel “Teatro Due” di Parma è stato presentato un “memorandum teatrale”, un’occasione per fermarsi a riflettere e pensare…su una donna giornalista, una madre attenta ai diritti umani ed alle libertà fondamentali, uccisa per aver svolto unicamente il proprio mestiere!
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