Un disco al mese- STEELEYE SPAN Below the saltz LP 1972 Chrysalis
Verso la fine degli anni Sessanta, quando beat e psichedelica andavano evolvendosi verso più elaborate forme, prese consistenza in Inghilterra una nuova tendenza ad attingere dal repertorio tradizional popolare rivisitato, per l’occasione, con nuove forme. Gli Steeleye Span sono uno dei punti di riferimento di questo filone, che imperverserà fino a i primi anni Settanta influenzando anche noti gruppi, come Jethro Tull e Traffic. Below the Saltz, oltre ad essere uno dei loro lavori più riusciti, è per me il ricordo di un disco trovato ad Amsterdam, girovagando per Waterlooplain con pochi spiccioli; attratto dalla sola copertina, come spesso accade. Alle consuete sezioni acustiche, con questo disco se ne affiancano anche di elettriche; laddove altri gruppi, come i Fairport Convention, ne facevano già vasto uso e con più ampie contaminazioni. Gli Steeleye Span restano, in ogni caso, un gruppo di fedeli arrangiatori di brani tradizionali e, tutto sommato, ascoltandoli tutto questo sembrerebbe avere più pregi che limiti.
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