Un dettaglio su un’antica cartolina
Una cartolina pubblicata recentemente su Facebook da un nostro stimato concittadino appassionato di antichità mostra l’immagine della piazza principale di Rocca di Papa nella fisionomia degli anni Trenta: piazza della Repubblica, quando ancora era intitolata alla Regina Margherita, già piazza dei Frati.
La toponomastica cittadina segue l’evoluzione del tempo e della storia, e le diverse immagini documentano le numerose trasformazioni avvenute nel corso degli anni. Nella foto ammiriamo un luogo spazioso e al centro un’antica fontana. Non vi sono auto né parcheggi; un austero monumento ai Caduti onora il sacrificio di eroi immolati alla patria. Un altro particolare si nota nell’immagine: nei pressi dell’attuale, contestato, distributore di benzina, che da tempo avrebbe dovuto trovare altra collocazione fuori del contesto urbano (e al quale, al momento di andare in stampa, sono stati posti i sigilli dalla polizia locale), sorgeva allora un vespasiano.
Ironizza l’amico facebookiano sugli effluvi che in quella piazza sono variati nel tempo: carburante, rifiuti organici e – molti anni prima – fiori e corone di un antico cimitero che si trovava poco distante. Sulla struttura antesignana dei bagni pubblici nasce una riflessione. Negli anni Trenta, in periodo fascista, su quella piazza trasformata in signorile luogo di villeggiatura per facoltosi romani, un pubblico luogo di decenza aveva necessariamente una giustificata collocazione, ma… c’è un ma.
Nella parte alta del borgo, sotto la Fortezza, in quella che per anni è stata chiamata l’Orcatura, il quartiere dei bavaresi, la gente non aveva servizi igienici in casa. Spesso si ottemperava ai bisogni semplicemente accomodandosi tra i sassi, dietro i cespugli, in piccoli anfratti da ‘concimare’. E non solo in quella parte superiore del borgo, ma anche, come osserva l’amico della foto, in fossi situati nella parte bassa del paese, dove veniva ammucchiata la spazzatura: altri effluvi nient’affatto piacevoli. Non a caso nel polveroso archivio parrocchiale si trova citata un’antica ‘Via dell’immondezzaio’: niente di più facile che fosse in questa zona, dove successivamente vennero edificate signorili dimore acquistate da forastieri.
È la disparità della vita, delle diverse opportunità sociali, del diverso soddisfacimento di elementari fabbisogni che portano a riflettere. Il vespasiano, il bagno nell’hotel, nelle case signorili, nelle verande sulla loggetta di case dove abitavano i più fortunati… e per gli altri?
Le guardie impedivano persino l’accesso ai riazzi che, curiosi, scendevano scauzi dal centro storico, bloccandoli affinché non infastidissero i signori, villeggianti e ospiti di un paese che offriva loro un panorama splendido, salubrità di aria e acque, ma che in cambio riceveva solo distacco e indifferenza.
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