Un covo di vipere, l’ultimo Montalbano
Un covo di vipere
Andrea Camilleri
9788838930539
Sellerio editore Palermo
€ 14 e-book disponibile € 9,99
Romanzo scritto nel 2008 e lasciato nel cassetto perché troppo vicino alla pubblicazione de La luna di carta del 2004 col quale condivide il difficile tema dell’incesto. Camilleri torna in una famiglia piuttosto sui generis, capostipite amato e odiato Cosimo Barletta, ‘ucciso due volte’ per errore, con una pistola mentre se ne sta immobile nella cucina del suo villino davanti ad un caffè.
Il movente di tutta la faccenda sembra essere una eredità molto cospicua ed un testamento che propende ora per la figlia Giovanna, ora per il figlio Arturo secondo le simpatie del momento. Molti i misteri in questa famiglia: assenza inquietante e ispiratrice di colpi di scena la madre scomparsa anni prima e altri figli. Quando Livia scende a Vigàta dalla sua Boccadasse, il lettore preavverte che sta per succedere qualcosa di terribile: un fatto per agliuttiri il quale Montalbano avrà bisogno di una dose massiccia d’affetto a cui, qui, aggiunge un piantarello da coccodrillo per la sua vita da scapolo impenitente, distratto sempre da presenze femminili seppure non donnaiolo incallito come il vice Mimì Augello. Decenni di lettere e corrispondenze, conservate dal morto, tengono vivo un costante filo per tutto il romanzo: Montalbano e il suo vice le leggono, scambiandosi opinioni. In questa storia sono meno importanti le notizie televisive, le strategie arrivano alla fine: conta di più la strana memoria di un amore che si ritrova negli anni. Un amore? Questa la domanda cui il commissario più di tanto non saprà/non potrà rispondere. Nella storia compare anche una misteriosa presenza: un vagabondo, ma garbato e con una sua particolare dignità, presto simbolo del cambiamento che la coscienza impone a chi sente di aver commesso un grosso errore. Coscienza che tornerà nel corso del giallo, monito a non essere sempre generosi con se stessi. I lettori di gialli seriali sanno il piacere che dà entrare in casa di Montalbano cominciando la lettura di un nuovo racconto. La storia poi, in questo caso, si avvia nel miglior stile camilleriano: con un sogno. Immagini da Ibsen, da Rousseau il Doganiere, da Antonio Donghi. (Serena Grizi)
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