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Un artista in cucina

Un artista in cucina
Settembre 19
18:48 2024

 

Un artista in cucina

 Ma con più fantasia e introspezione dovremmo titolare: “L’aggiornatore di sogni”, vedremo perché. Il libro per Mondadori Oscar Bestsellers La Cucina delle Stelle -A tavola da Benito al Bosco sta compiendo un anno dalla I edizione e il suo autore sostanziale e narrante, Benito Morelli, è ad un passo dalle ottantanove primavere. Per una recensione rispettosa bisognerà agire “artisticamente”, per quanto si può, tenendosi in equilibrio tra il rischio dello stereotipo e quello della celebrazione. La via maestra sembra quella della corda umana. E in effetti è una via facile perché l’aspetto umano e quasi di una impresa corale pervade tutto il libro. La prefazione “familiare” di Ricky Tognazzi, subito il batticuore, la destrezza e il sangue freddo necessari nelle prove di un grande chef, poi l’infanzia, la giovinezza e il successo, e ancora i grandi personaggi dello spettacolo, e quindi i capi di Stato di mezzo mondo. Infine un collegamento tenerissimo tra l’infanzia e l’epilogo celestiale, quasi una nemesi nella quale finalmente i cuochi si siedono a tavola e gustano le prelibatezze di cibo e di anima come i Grandi della Terra.

Ma è ora di entrare in una descrizione piana. Il libro è bello ed elegante e si percepisce alle spalle un bravo editor. È la storia, se si vuole lo spettacolo, di una vita in un prologo, tre atti, ventidue quadri episodici e un epilogo; alcune foto concretizzano i quadri e le ricette finali sono la ciliegina, ma la torta sarebbe stata ottima lo stesso. Una vita naturalmente molto singolare quella di Benito per il suo “multiforme ingegno”, ma che per tanti versi può essere paradigmatica per tutti. Nasce quinto di sette figli da mamma casalinga e padre agricoltore e custode delle immense proprietà del conte Vaselli. Dal padre Generoso riceve l’estro musicale, quello culinario da mamma Laura. Oggi Benito Morelli è uno chef di grande prestigio e notorietà, ma forse non molti sanno che la sua carriera, dopo un sorprendente studio di vari strumenti, iniziò in senso propriamente artistico come musicista professionista con registrazioni in Rai e per La Voce del Padrone. Quando il suo sogno da giovane si stava realizzando appieno con la proposta di un tour in America col Maestro Gorni Kramer, Benito decide, con la concretezza e la sensibilità che ancora oggi lo connota, di “aggiornare” il sogno indirizzandosi con coraggio e intraprendenza verso l’attività che lo avrebbe poi reso famoso. Non si trattò però di un colpo di testa ma di un colpo di cuore e la “colpa” fu de “lo sguardo di una ragazza giovane, esile come un giunco, timida e molto bella …più di quanto sembrava esserne consapevole!”. Comincia così un altro tour, con Maria Rita, la moglie amata, e Daniela, Roberto e Sabrina, i figli che verranno. Un giro che parte in salita da pendolare tra Velletri e Roma dove alternerà l’attività musicale mentre dirige amministrativamente il noto ristorante Vecchia America e collabora con altri ristoranti assorbendo i segreti del mestiere. Ma la passione è tanta e le capacità di sacrificio e di intrapresa non mancano, così dal 1966 inizia la discesa verso la vetta (è un piacevole ossimoro) quando torna stabilmente a Velletri e apre il suo primo ristorante, semplicemente Da Benito. E arriva un crescendo senza pause e che ancora dura. Clienti eccellenti, soprattutto nel campo dello spettacolo, che diventano spesso amici, e da oltre venti anni la cura del catering per la Presidenza del Consiglio e del Ministero degli Esteri. Tutto raccontato nei numerosi capitoli, dove l’eccellenza del cibo introduce a speciali rapporti umani o serve a scoprire i tratti di personaggi politici mondiali. Un elenco nudo e crudo darà la dimensione numerica e di prestigio, ma leggendo emergeranno sfaccettature di caratteri e sensibilità curiose o sorprendenti. Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Eduardo De Filippo, Gian Maria Volonté, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Aldo Fabrizi, Franco Nero, Giancarlo Giannini tra i più noti, ognuno con aneddoti e ricordi diversi. E d’altra parte George W. Bush, Angela Merkel, Muammar Gheddafi, Tony Blair, Xi Jinping, Abdullah di Giordania, Volodymyr Zelensky … Chissà che giravolte, che cambi di approccio, che differenza di trattamento! Niente di tutto ciò, Benito non fa sconti a nessuno, nel senso che il suo spessore umano, mai strabordante ma sicuro, gli permette di mettersi subito in sintonia con la “persona” che ha di fronte, non col personaggio. In questo agevolato dall’estro musicale mai sopito. Benito, a gentile richiesta, suona le sue pietanze con amore e passione per accontentare tutti nella gratificazione reciproca.

Da ultimo, in tema di spessore umano, si deve sottolineare la sincera gratitudine, se non l’affetto in alcuni casi, per i suoi collaboratori indicati spesso come famiglia, il ricordo commosso della sua maestra e le speciali citazioni per i camerieri e il cuoco di inizio avventura. Ma nelle pagine sono presenti, come colonne senza le quali il tempio crolla, la moglie e i figli. Nei ringraziamenti ufficiali compare anche Sabrina che “ha saputo dare forma ai miei tanti ricordi …”. E certo si apprezza anche in qualche reiterazione l’autenticità di una bella storia che porta un vento di serenità in tempi che sembrano votati alla distruzione di tanti fondamentali tra i quali, celiando per consolazione, i paccheri “alla Benito”!

                        

 

 

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