Un altro colpo alle eccellenze della sanità pubblica
A Roma, se una donna al mattino avverte la presenza di un nodulo al seno può rivolgersi a un centro della sanità pubblica, con o senza impegnativa, nel quale può avere accesso a una visita. Se l’esito della visita è sospetto, nel corso della giornata avrà gli accertamenti diagnostici: ecografia, mammografia e ago aspirato. In cinque giorni otterrà l’esito finale. Tutto con il costo di un ticket. Funziona come una sorta di pronto soccorso: l’accesso è libero per chi manifesta dei sintomi (però solo per 30 persone ogni giorno), non servono prenotazioni e non ci sono liste di attesa.
Non si tratta di una fantasia o del sogno di qualcuno. È ciò che avviene a Palazzo Baleani, centro ad accesso diretto per la prevenzione del tumore al seno di corso Vittorio Emanuele e sede distaccata del Policlinico Umberto I, dove la dottoressa Maria Luisa Basile opera quotidianamente nella ricerca e nella lotta contro il tumore al seno per agire in tempi rapidi.
Perché in tutto il resto del settore pubblico se una donna sente un nodulo al seno, anche in casi di urgenza, si può solo mettere in lista d’attesa, con i conseguenti rischi di aggravamento?
Perché questo centro non viene potenziato al fine di aumentare il numero delle pazienti da visitare e curare?
Perché il modello di Palazzo Baleani, che eccelle in tempistica e qualità, non è applicato anche agli altri centri di prevenzione?
Ebbene, entrando in questa specifica tematica si ha l’effetto di immergersi in un film dell’assurdo. Cosa prevede la sceneggiatura? A fine luglio è andata in pensione un’oncologa e nel centro è rimasta solo la responsabile, la professoressa Maria Luisa Basile, e un radiologo. Senza la presenza in organico di due oncologi la struttura non può funzionare e allora cosa fanno le strutture? Pianificano l’assunzione del personale necessario per il funzionamento e potenziamento del centro? No. Sembra, invece, che nel nuovo piano aziendale della Regione Lazio non comparirebbe il centro di senologia di Palazzo Baleani! Si chiude il centro!
Ancora una volta sembra continuare la sequenza di azioni tendenti a depotenziare la sanità pubblica per favorire quella privata.
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