Umberto Del Giudice, basket e crossfit: Vietato dire: ‘non ce la faccio’
Per ottenere qualcosa, prima di tutto bisogna crederci di poterlo fare e poi bisogna iniziare a impegnarsi con costanza e passione.
Di seguito, Umberto racconta la ausa esperienza attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ho iniziato a fare sport da piccolissimo, muovendo i primi passi su un campo da basket. Ho amato fin da subito l’attività fisica e la sensazione di benessere che si prova una volta finita l’attività.
La pratica di uno sport è molto piacevole anche se faticosa già dai primi passi, da bambini dove si pratica per lo più per gioco, per scatenarsi, per confrontarsi con amichetti, per scoprire proprie capacità e poi si cerca di apprendere sempre più dall’esperienza, si cerca di provare sport diversi per capire dove si è più portati e quale sport appassiona più di tutti, per divertirsi, per competere, per maturare, per apprendere regole, per stare in gruppi.
Nello sport chi e cosa ha contribuito al tuo benessere o performance? “Credo non ci sia stato un ‘chi’ ma un ‘cosa’. Ho sempre visto quell’ora o due di sport una valvola di sfogo da tutto il resto”.
La pratica di uno sport può davvero diventare un momento della giornata di svago, sfogo, libertà, un tempo per se stessi, per scaricarsi, per evadere, per sprizzare energie da tutti i pori, tornando a casa soddisfatti, appagati.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Molto probabilmente è stata la mia prima gara di crossfit. Una gara a team dove ho scoperto di poter dare più di quanto immaginassi”.
Sensazioni e pensieri in allenamento e gara (pre, durante, post)? “Durante la mia prima gara ho sperimentato e superato quello che pensavo fosse il mio limite in termini di pesistica e sforzo/aerobica”.
Ogni gara è una scoperta di se stessi, di cosa si riesce a fare, di come superare eventuali crisi, di come proseguire negli allenamenti e nella pratica dello sport.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “Fondamentalmente non lo so e sinceramente non mi interessa molto. Mamma dice che non c’è nulla di male nel saltare un giorno la palestra, ma non capisce che ormai è un bisogno psicologico più che fisico”.
La piacevolezza che procura dello sport fa sì che non se ne può fare a meno, diventa un bisogno primario come mangiare, bere, dormire.
A cosa ti è servito lo sport per la tua vita quotidiana? “Mi è servito in tante cose. Mi è servito ad affrontare situazioni della mia vita dove non vedevo via di fuga. A superare problemi che mi sembravano insormontabili. A saper pazientare, essere costante e caparbio. Lo sport per me è tutto”.
Cosa ti spingeva a fare sport e cosa ti ha fatto mollare? “Non ho mai mollato. E sono convinto di non farlo mai”.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “L’ho superate con la voglia di migliorarmi e riprovare nella sfida”.
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e fasi? “Ritengo utile lo psicologo nella vita in generale e anche nello sport. Specialmente nelle fasi di ripresa da infortuni, sconfitte”.
Ogni sconfitta, crisi, infortunio è una dura prova da accettare, accogliere, metabolizzare per apprendere dall’esperienza, conoscersi meglio e cercare di far meglio la prossima volta.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? Fate sport! Muovetevi, divertitevi, siate competitivi. Imparerete a vedere il mondo con un’ottica migliore”.
Una frase o parola che ti aiuta nelle difficoltà? “Vietato dire: ‘non ce la faccio’”.
Ti ispiravi a qualcuno? “Michael Jordan”.
Michael Jeffrey Jordan (17 febbraio 1963), ex cestista ed ex giocatore di baseball statunitense. Nel 1991 vinse il suo primo titolo NBA con i Bulls, per poi ripetersi con altri due successi nel 1992 e nel 1993, aggiudicandosi un three-peat, dopo il quale si ritirò per intraprendere una carriera nel baseball. Tornò ai Bulls nel 1995 e li condusse alla vittoria di un altro three-peat (1996, 1997 e 1998). Rappresentò anche la nazionale di pallacanestro degli Stati Uniti d’America, vincendo quattro medaglie d’oro, tra cui due ai Giochi olimpici di Los Angeles 1984 e Barcellona 1992.
I riconoscimenti ottenuti a livello individuale includono dieci titoli di miglior marcatore, i record NBA per la media punti più alta nella storia della regular season (30,12 punti a partita) e nella storia dei playoffs (33,45 punti a partita). Il 22 novembre 2016 fu insignito dal presidente USA Barack Obama della medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza civile statunitense.
Cosa diresti a te stesso quando eri nel pieno della forma? Di continuare a lavorare come stavo facendo, era la strada giusta”.
Quali erano gli allenamenti più importanti? “Ritenevo ogni allenamento importante allo stesso modo”.
Quali alimenti preferivi? “Mi piace seguire un’alimentazione equilibrata e sana. Ma se devo essere sincero il mio piatto preferito è la pizz!”.
Matteo SIMONE
380-4337230 – 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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