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UMANE SCINTILLE Rassegna di teatro contemporaneo  tra dissenso, poesia, risate

UMANE SCINTILLE  Rassegna di teatro contemporaneo  tra dissenso, poesia, risate
Ottobre 07
13:07 2019

UMANE SCINTILLE

Rassegna di teatro contemporaneo  tra dissenso, poesia, risate, stupori, incontri e scontri luminosi

a cura del Collettivo Teatro Ex Lavanderia

 

AUTUNNO 2019

dal 4 AL 26 OTTOBRE 2019

ASSOCIAZIONE EX LAVANDERIA (Padiglione 31)

Parco Santa Maria della Pietà (piazza Santa Maria della Pietà, 5) Roma

Quando la stagione inizia a proporre giornate buie, le scintille diventano necessarie per offrire luminosità. La rassegna Umane Scintille propone presso la Ex Lavanderia dal 4 al 26 ottobre una nuova tappa di autunno per rilanciare un progetto di teatro pubblico e spazi condivisi, un laboratorio di riflessione e di incontro degli artisti, come scambio di esperienze, umane e sociali, come luogo in cui possano esprimersi tutti i soggetti che abitano il teatro, scegliendo la differenza come ricchezza. Dal musical ai burattini, dalla poesia all’arte visiva, difficilmente le otto compagnie in scena avrebbero condiviso lo stesso palcoscenico, qui invece tra dissenso, poesia, risate, stupori, incontri e scontri luminosi si continuano a proporre “Umane scintille” per diversi pubblici, con spettacoli il venerdì sera e per ragazzi il sabato pomeriggio. La Ex Lavanderia è un spazio per l’artista che sceglie di confrontarsi con l’altro da sé: tra compagni di viaggio e diversi pubblici.

 

 

venerdì 11 ottobre, ore 21.00

Collettivo Teatro Prisma

Denuncio tutti. Lea Garofalo

di Giovanni Gentile

con Barbara Grilli

 

“Mi assumo tutta la responsabilità per l’omicidio di Garofalo Lea”. Così Carlo Cosco, ex compagno di Lea, confessa in aula il suo atroce delitto.

È il 24 Novembre 2009 quando la prima testimone di giustizia calabrese scompare senza lasciare tracce, come ultimo avvistamento un’immagine di una telecamera di Corso Sempione a Milano.
Una battaglia, quella di Lea, durata quasi 7 anni, iniziata quel lontano 13 Luglio del 2002, quando entra nella caserma dei carabinieri di Petilia Policastro e inizia a raccontare tutto quello che ha visto. La ‘Ndrangheta è un modello di vita, una cultura, uno stato nello Stato che spaccia, appalta e uccide e Lea racconta di come Milano sia ormai impregnata di questo malaffare che ha origini storiche in Calabria ma che ormai ha infettato tutto il Nord Italia. Fa nomi e cognomi, riporta
luoghi, ore e date e viene “deportata” con la figlia Denise, ancora bambina, su e giù per l’Italia nel programma di protezione per i testimoni di giustizia. Giovanni Gentile e Barbara Grilli raccontano del coraggio di Lea, sola contro tutta un’organizzazione mafiosa, contro una cultura radicata da secoli, contro un clan di pericolosi criminali assassini. Ma raccontano anche del cancro ndranghetista che infetta l’edilizia pubblica, l’economia e la finanza e di come la ‘Ndrangheta sia entrata, prepotentemente, nella stanza dei bottoni. Una lezione sulla mafia e una lezione sul coraggio delle donne.

 

sabato 12 ottobre, ore 17.00

Semivolanti

Fiabe Africane. L’uomo e il serpente

progetto, regia e narrazione Valerio Gatto Bonanni

musiche originali Jacopo Mosca e Anatole Thane

aiuto regia Marco Perfetto e Federica Fiorenza

 

Il cantastorie africano viaggiava e spesso approdava nei grandi mercati, crocevia di merci e di possibilità, e lì si formavano capannelli di persone che aspettavano storie di terre lontane. Ascoltavano vicende che rimandavano ad antichi regni, a spiriti troppo invecchiati per essere ancora venerati, storie con la loro morale ironica. Sono storie che vengono avvertite ma non decifrate nei loro codici simbolici ed è per questo che, per quanto paradossale possa sembrare, la loro estraneità la rivela a noi: il rito teatrale, condiviso dal pubblico, è il mediatore di questa evocazione, con i suoi suoni ritmati, cantati, o da nenia beffarda. La prima fiaba racconta il rapporto tra l’uomo e una natura “spirituale” dove gli animali compiono prodigi e portano messaggi da decifrare. La seconda fiaba assomiglia a “Pollicino nero”: undici bambini rifiutati dalla madre affrontano con sfacciataggine i tranelli di spiriti ostili: l’albero della seta, la Signora Morte e il Dio del cielo vengono ridicolizzati dalla loro magica intelligenza. L’ultima storia narra le avventure di un ragazzo che deve ritrovare sua sorella che è stata rapita a causa del suo disinteresse. Dovrà affrontare la solitudine, camminare per mesi per potersi riconciliare con lei.

In scena circondano il narratore/evocatore pochi essenziali oggetti: piccole candele,

stoffe e tessuti, maschere e bastoni sonori con i quali l’attore evoca i suoi personaggi.

Le fiabe hanno un finale brusco e mai consolatorio, ma spesso così terminano: “Questa la mia storia che ho narrata, sia bella o non sia bella, portatene un po’ altrove, e un po’ lasciate che torni a me”.

  

Info 393 9929813/ 3296887777 umanescintille@gmail.com

Ingresso consapevole a offerta libera (consigliato minimo 5 €)

 

 

Carla Romana Antolini
stampa@exlavanderia.it

 

 

 

 

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