Ultima India che…
Ultima India
Sandra Petrignani
9788854501676
Neri Pozza
€ 14,50 anno 2006 e-book disponibile NO
Copertina:
Ultima India è un ‘non reportage‘ della giornalista e scrittrice Sandra Petrignani scritto con la tecnica della sottrazione invece che dell’accumulo per un Paese che spesso per accumulo è stato descritto. La vita degli indiani a stretto contatto con la natura non richiama alla sua mente solo comodi lodge ai margini della foresta e i canti degli animali al mattino, ma anche una dimensione scatologica popolata di malattie, malformazioni e animali ingombranti e poetici allo stesso tempo, come possono essere gli elefanti oltre che da caos, in alcuni casi intollerabile per un occidentale. Finché questo occidentale, con tutta probabilità, non si trovi a riconoscere in questa dimensione strettamente umana, bisognosa e animale, la vera natura dell’India, cercandola non solo negli affascinanti templi, vestigia d’un passato glorioso e abitati ancora come case. La scrittrice è attratta dal misticismo e dalla religiosità che emanano le figure di Sathya Sai Baba e Sri Aurobindo raggiungendo il villaggio di Puttaparthi e la città stato Pondicherry. A questi appuntamenti importanti la conducono alcuni amici che le parlano con discrezione dei grandi contrasti di un così grande Paese, ma la guida migliore sembra diventare il suo autista guida Ayyappam: «È uno specchio grande, rettangolare e Ayyappam ci sta dentro intero nella fresca penombra del tempio. Pantaloni occidentali e camicia candida, i piedi nudi. È rilassato e fra poco si sdraierà sul pavimento e si addormenterà, sempre sorridendo, più indiano che mai, lasciandomi libera di gironzolare…». Gironzolando nel tempio la scrittrice mette a disposizione del lettore lo studio delle divinità indiane, la sua ricerca della grazia per concludere con Nietzsche: «Potrei credere solo a un dio che sapesse danzare». Ayyappam diventa pian piano l’incarnazione, in parte indecifrabile, di una percentuale del Paese: decodifica per lei usi e costumi, non intende convincerla di nulla, pratica una religiosità innocente, bambina all’apparenza, aiutandola a vedere molte manifestazioni religioso animistiche che altrimenti non avrebbe raggiunto, senza volerla stupire se non la volta che la abbiglierà con un costume da uomo per entrare in un tempio ‘proibito’. Petrignani chiama molti a testimoni del suo scritto: Moravia, Soriano, Gandhi, Weil, Manganelli, Calvino, Michaux, Pasolini fra gli altri, ognuno col proprio contributo. Alla fine poi, chiude letterariamente con la visione d’una bambina sorridente. Un libro che si vorrebbe non finisse mai. (Serena Grizi)
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