Uguali per natura
Gira che ti rigira è sempre la poesia ad incantare. I versi scaturiscono dalle labbra dell’oratore e cadono sul pavimento, rimbalzano alle pareti della stanza poi, dondolando come una molla tesa, si lanciano con un doppio tuffo carpiato in mezzo al pubblico in delirio seduto in platea. La poesia in dialetto o, se preferite, in vernàcolo è come il balocco di un bimbo vissuto in altri tempi. Con la rima o senza, l’ode risulta giocosa e accattivante, aggiungerei anche un po’ presuntuosa: quella che tutto può dire, senza vergogna e senza pudore. Può utilizzare male parole, senza per questo offendere, può far sorridere e commuovere oppure far riflettere. Con la musicalità di una ballata di paese, la poesia in vernàcolo, può dire il vero, oppure raccontare mille falsità senza che nessuno se ne accorga. Quel venerdì 2 settembre l’Aula Consiliare del Comune di Rocca di Papa sembrava il tendone di un grande circo. C’erano giocolieri e clown, acrobati e bestie feroci, ma un solo domatore. Grande la capacità di moderare lo “spettacolo” della poetessa Rita Gatta, nelle vesti di autore, ideatore, organizzatore e conduttore della serata.
Fogli alla mano e un microfono a mo’ di frustino, l’autrice dalla sua postazione, ha tenuto testa a più di venti poeti e a una decina di pittori espositori. Tanti i dialetti, dal napoletano al calabrese, dal romanesco al rocchegiano, e poi il frascatano, il dialetto monticiano, il colonnese, l’ariccino, il velletrano e il genzanese. Tutti diversi ma uguali per natura. Era una sola grande lingua universale: la lingua del popolo, quella genuina spontanea e sanguigna. La lingua che non batte dove il dente duole, quella che ti racconta il passato o rivela il presente in tutta la sua scottante verità. È stata una grande festa quella di Rocca di Papa, un gioco per adulti che vestiti da bambini, hanno ritrovato la spontaneità degli anni migliori.
Un ringraziamento particolare va alla poetessa Rita Gatta ideatrice e coordinatrice della serata, al Comune di Rocca di Papa nella persona del Vice Sindaco Veronica Giannone, che ha messo a disposizione la bella Aula Consiliare. Grazie alla cantante Assy Serafini che ci ha deliziato con la sua incantevole voce, ai pittori/espositori e a tutti i poeti dialettali che hanno voluto mettersi in gioco ancora una volta per il settimo anno consecutivo.
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