“U Rembombu”
Da quella partecipata ed entusiasmante esperienza nacque l’idea di formare un gruppo di danza popolare. Furono chiamati, allora, maestri del calibro del grande musicista Ambrogio Sparagna, che insegnò i primi passi del Saltarello Laziale ai giovani di Nemi. Da sempre, il gruppo non ha maturato soltanto l’esperienza del ballo e della musica, ma si è riproposto il fine di concorrere alla difesa dei connotati identitari della comunità locale, di concorrere alla difesa del binomio indissolubile Natura e Cultura che è fondamento della storia della collettività Nemese. Come ogni gruppo folclorico porta avanti l’obbiettivo di far conoscere al grande pubblico gli usi, i costumi, le tradizioni locali, da trasmettere soprattutto alle giovani generazioni. Vuole diffondere la conoscenza degli attrezzi di lavoro e degli arredi in uso nelle comunità contadine, vuole diffondere le espressioni dialettali, vuole ampliare la cultura dei costumi tradizionali, sia maschili che femminili, che i componenti del gruppo indossano nelle molteplici manifestazioni a cui si partecipa. Tutto questo, però, non è stato mai il frutto di improvvisazioni o di fantasie, bensì il risultato di un serio lavoro di ricerca scientifica. Il gruppo è iscritto alla Federazione Italiana Tradizioni PopolariI (F.I.T.P.). Nel tempo ha potuto acquisire una notevole professionalità ed una grande esperienza come testimoniano i successi riportati nelle varie località italiane ed estere in cui si è potuto esibire e nei moltissimi festival nazionali ed internazionali che lo hanno visto tra le formazioni più preparate. In redazione vi chiederete il perché di questa mia lettera! La risposta è semplice: il nostro desiderio è quello che, tramite le pagine del vostro giornale, tanti cittadini dei Castelli vengano a conoscenza di queste realtà e si avvicinino alla danza ed alla musica popolare. Pertanto, il gruppo ringrazia il giornale, molto letto nei Castelli, se vorrà rendere pubbliche queste poche righe di invito alla comunità Castellana, che ha troppo sacrificato lungo i decenni parecchie espressioni della sua identità, ma che è ancora in tempo per salvare il salvabile.
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