Tutti meno uno. Il giornale palozziano continua nel suo ostracismo
Il riconoscimento che ci viene tributato dai giornali locali-regionali, ospitandoci, talvolta perfino cercandoci per una nostra opinione o un punto di vista critico, mediamente ci soddisfa.
Certo tutt’altra musica è il livello renziano nazionale, dove la cerberiana politica dell’informazione dettata dal “pensiero unico” sotto il cielo liberista – o, meglio, come dice Noam Chomsky, della “nuova età imperiale” – vede i comunisti semplicemente assenti, trasparenti.
Ma tornando al nostro roteare quotidiano tra un comune di provincia e l’altro, ora la questione ha assunto proprio il valore assoluto della qualità democratica del rispetto nella gestione dell’informazione. Degli strumenti dell’informazione. Dell’urlo contro il bavaglio!
Non può essere consentito, a Palozzi e a Le Città di mettere il bavaglio ai comunisti, come a nessun altra espressione politica e sociale, specialmente se, sussistendo la qualità delle notizie, viene esplicitamente richiesta attenzione!
Delle due l’una: o il giornale in questione è un portavoce unico di Palozzi, e a quel punto parla di quel che gli pare, quando gli pare e ospitando chi più è gradito all’entourage palozziano; oppure è un giornale (tra l’altro anche ben fatto) con giornalisti che esercitano la loro professione e quindi che possono accedere e trattare tutte le notizie e gli accadimenti regionali, castellani e marinesi.
Tra l’altro, nel secondo caso, potrebbero perfino rientrare nei requisiti (non sappiamo se di interesse del giornale in questione o semmai è stata fatta alcuna azione simile) per chiedere incentivi alla stampa dagli organi regionali.
E, a tale proposito, anche in assenza di attivazioni di denuncia, appare molto disattento il CORECOM. L’organismo regionale che sovrintende, per legge e per regolamento, al rispetto costituzionale della libertà di stampa e alla completezza dell’informazione. Appare disattento ed è molto strano. Mica perché il CORECOM è sito ai Castelli romani o a Marino, però….
Però, capita che un suo membro di rilievo, sia (ovvero sia stato, perché il regolamento vieta attività politica diretta a chi è parte regolatrice e di controllo di questo organismo) ex dirigente di rilievo, ex candidato sindaco di Marino, ex consigliere provinciale, ex consigliere comunale, ed oggi iscritto PD, Alessandro Coloni. Persona qualificata che sa di cosa si parla: sa di Palozzi e delle sue attività editoriali. Sa di Palozzi e del suo anticomunismo ieri da missino e pidiellino, oggi da forzitaliota. Sa perché è persona che si tiene informata, che noi abbiamo già svolto una denuncia pubblica che tutti i giornali hanno ripreso. Sa che può fare una verifica. Accadrà? Vedremo Palozzi vestire l’abito della dimenticanza e porre rimedio all’ostracismo? Vedremo Coloni misurare se quanto da noi detto sia fuori luogo ovvero se stiamo subendo un “torto costituzionale”?
Eppoi, degli eletti nella città di Marino, nella Città Metropolitana e nella Regione Lazio, nessuno trova due minuti per chiedersi e rispondersi se va bene così, non dare spazio ai rompiscatole comunisti? A nessuno di costoro viene in mente che la libertà di informazione è sacrosanta? Nessuno è capace di spendere un aggettivo negativo per il comportamento palozziano?
Noi attendiamo e, da tutti gli altri giornali, informeremo i cittadini.
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