Turismo lento e di qualità
Si è tenuto il convegno “Turismo lento e di qualità: l’esperienza della DMO “Araund Roma”, in questi giorni estivi, a Lanuvio, con la presenza del Vicesindaco, del Commissario Straordinario Parco Castelli Romani, dell’Ass.re Bilancio, Programmazione economica, Agricoltura, Caccia e Pesca, Sovranità alimentare, Boschi e Foreste della Regione Lazio, del Direttore generale Turismo, Sostenibilità, etc. Regione Lazio, del Direttore Parco Castelli Romani, Ricercatori Università Tor Vergata, Direttore Museo Diocesano di Albano, Guardiaparco, Villa Cavalletti, Consulente ENIT, Direttore Museo Archeologico Alatri e Lanuvio, Geologo Parco Castelli Romani, Presidente CUS, Cooperativa IPERCO, Professori Università Tor Vergata, Dottorati di ricerca Università Tor Vergata.
Il turismo lento come “percorso per apprezzare il luogo archeologico, enologo, turistico, etc.”, dove ciò che manca è la qualità della formazione: non improvvisare ma conoscere il territorio per raccontarlo e valorizzarlo.
Circa 18 miliardi di euro vale il turismo enogastronomico e nel Lazio va rafforzato (la Regione ha stanziato fondi in tal direzione), dove i prodotti tipici della Regione Lazio sono attualmente 458, 1/3 della spesa turistica va nel cibo e, per il vino, potrebbe sorgere l’etichetta Vulcano Laziale (wine tourism come proposta per il turismo enogastronomico). E poi la qualità del prodotto offerto.
Fatto riferimento al ruolo delle istituzioni: coordinare oltre gli eventi specifici ma manca la promozione programmata e integrata, dove solo la centralizzazione garantirebbe la strategia (evitare la superfetazione degli stessi Enti che possono creare confusione se manca il sistema).
La consapevolezza dei luoghi: “Tu hai questo?” nasce questa domanda tra ragazzi sulla conoscenza dei Castelli Romani in una gita. Quindi messa a sistema oltre alla promozione (conoscere, apprezzare, divulgare) anche perché c’è poi la questione dei Centri storici che vanno spopolandosi.
Il Piano triennale del turismo deve individuare la GOVERNANCE, dove l’86% dei turisti che visitano Roma non sanno che sono nella Regione Lazio e la legge del Made in Italy potrebbe sopperire affidando la promozione anche a partenariati locali e manager ma comunque Roma e il Lazio devono “andare a braccetto”.
Il lavoro della DMO (soggetto giuridico compartecipato da Comuni e privati) è di curare l’esperienza del settore che si materializza nella promozione sociale, dove lo sviluppo turistico si basa su tre pilastri: flussi turistici, spesa turistica e digitalizzazione.
Al turismo va applicata l’analisi sociologica, dove la domanda segue la società e l’offerta si adegua. Quindi valorizzare ogni settore come quello archeologico (il Villaggio delle Macine ad Albano, presso il lago, non valorizzato), spirituale (storicamente i Castelli sono luogo di spiritualità da millenni, si pensi al tempio di Giunone Sospita a Lanuvio, di Diana a Nemi, di Giove Laziale a Rocca di Papa, etc.) e di pellegrinaggio cristiano (turismo di culto documentato anche dalle catacombe come quella di San Senatore) dove gli itinera sono le prime guide turistiche per indicare i luoghi di culto e di martiri e con il monachesimo nasce l’ascesa mistica ma anche la predicazione (es. abbazia Grottaferrata, convento cappuccini a Genzano, etc.) ma oggi alcuni conventi sono abbandonati e potrebbero accogliere il turista.
Altro elemento da considerare, per l’offerta turistica, è la valorizzazione dei percorsi (es. il Cammino della transumanza laziale percorre il Parco Castelli Romani, dei Monti Simbruini, dei Lucretili, dell’Appia Antica, Riserve naturali (NaveganCervia, Montagne della Duchessa), Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, due Regioni (Lazio e Abruzzo), Monumenti naturali (Valle delle Cannuccete, Torrente Rioscuro), oltre 400 km per antichi tratturi, suddiviso in tappe e presente anche la Carta escursionistica del Cammino realizzata dal Parco Castelli Romani-nel 2019 dichiarata la pratica della Transumanza Patrimonio Culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO-), che vedono il passaggio tra Regioni, borghi, biodiversità, prodotti, Parchi regionali, e il clima: caldo e freddo possono comportare un’offerta turistica differente o comunque adattata rispetto al passato (adattamento climatico), dove la mediazione, in generale, è utile per raggiungere gli obiettivi (es. zone d’ombra e servizi lungo i cammini).
Nell’economia circolare, anche il ruolo delle cooperative sociali è compreso nel settore del turismo.
In riferimento al Tuscolo, che racchiude quattro Comuni, “luogo dell’anima”, proposti percorsi trekking a tematica culturale come la flora e l’archeologia (es. scavi di Luciano Bonaparte). E poi ci sono le Ville tuscolane da potenziare.
In riferimento a Lanuvio, il tempio di Giunone Sospita fu uno dei templi più importanti del Latium Vetus, il più antico alfabetario latino è emerso in questo Paese ed è datato VI sec. a.C., come la Stipe di Pantanacci. Luogo di imperatori, da anni Lanuvio sta riscoprendo le proprie tradizioni e il sistema dei suoi musei ha visto la presenza di migliaia di visitatori per l’anno di riferimento 2023/2024.
La lingua veicola la cultura, la cultura definisce la lingua che definisce il pensiero, dove è importante anche “lo sguardo dell’altro” e la narrazione ha il potere di descrivere le cose e valorizzarle, come hanno fatto i personaggi del Grand Tour. A volte bisogna partire da “ciò che non siamo, ciò che non vogliamo” per definire e per far ciò bisogna collaborare e raccolta, gestione e archivio dati per collegamento testuale con le singole realtà.
Il brand Castelli Romani c’è.
Foto: Villa Sforza Cesarini, Lanuvio.
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