Turismo accessibile: in Europa solo una struttura su dieci lo è
Secondo un report dell’Unione Europea le strutture turistiche accessibili in Europa sono solo il 9% del totale. Il valore in termini economici relativo al turismo accessibile è di 394 miliardi di euro, ma sono cifre che potrebbero essere incrementate facilmente se solo venissero attuate misure strategiche in grado di rispondere a tutte le richieste e le esigenze del bacino di utenza.
Secondo lo stesso report di Bruxelles ogni anno vengono sprecati 142 miliardi di euro circa. E la situazione italiana? I dati sul turismo accessibile relative al Bel Paese deludono, anzi tradotto si può dire che siano proprio un risultato negativo considerato che un paese con tutte queste attrazioni culturali e storiche si piazza al pari di altri luoghi bellissimi ma meno celebri in fatto di cultura e sviluppo come Cipro, Ungheria e Romania.
L’unico ambito che si piazza bene in classifica è quello della scuola dove sembrano ben accolte le esigenze degli studenti con esigenze speciali che siano queste motorie, croniche o temporanee, sensoriali, intellettive e relazionali. Le barriere per questi studenti sembrano essere state eliminate o almeno prese in seria considerazione dalla scuola italiana che certo non brilla per novità ed eccellenza architettoniche.
Insomma, secondo Bruxelles l’Italia in fatto di turismo accessibile non raggiunge la sufficienza, ma il dato non sorprende considerando tutti i passi avanti che deve ancora compiere su più fronti del turismo.
Cosa c’è da sapere
La Convenzione ONU sui diritti delle Persone con disabilità del 13 dicembre 2006 considera come progettazione universale il considerare la diversità sociale delle persone ed è questo l’obiettivo del turismo accessibile nel profondo, ciò a cui tutti gli operatori del settore dovrebbero puntare per rendere davvero fruibili a ogni persona il viaggio e la libertà di sentirsi ugualmente visto dagli altri.
Secondo uno studio Eurostat, la domanda potenziale di Turismo Accessibile è di 127,5 milioni di persone circa, di cui 46 milioni hanno una reale forma di disabilità mentre oltre 81 milioni sono over 65 che non hanno disabilità specifiche ma hanno necessità di un turismo adatto alle loro esigenze. Ed è proprio questo studio che mette in evidenza quanto questo scenario sia una vera e propria esigenza da prendere in considerazione visto che interessa il 17% della popolazione europea, cifra più, cifra meno.
È bene sapere che nella categoria di persone con esigenze speciali rientrano anche gli anziani, gli over 65.
Turismo inclusivo o turismo esclusivo?
La scelta non è mai stata così semplice. Il turismo per essere accessibile deve necessariamente essere inclusivo, ciò significa che deve essere fruibile a tutti, indipendentemente da quale sia la tipologia di esigenza speciale. Del resto, la definizione di turismo accessibile è molto chiara: turismo indirizzato verso viaggiatori con esigenze speciali, quindi persone con disabilità motorie che possono essere croniche o temporanee, con disabilità sensoriali, intellettive e relazionali. Nessuno deve essere escluso perché il turismo è un diritto di tutti e non certo un privilegio per pochi come ancora troppo spesso accade.
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