TURISMO A CIAMPINO, DUE PASSI PER IL CENTRO CITTADINO E PRINCIPALI ATTRATTIVE
Tralasciando l’ex Cantina Sociale che si va incartapecorendo e i lavori rimasti incompiuti che si vanno sgretolando, ed evitando per carità laica di rimettere il dito nella piaga IGDO, si va dritti alla fontana monumentale in via 4 novembre. Opera citatissima del Maestro Mayol, Il volo della Cariatide, idealmente teso ad abbracciare Ponente e Levante, si erge dal basso ciotolone spesso ricolmo d’acqua stagnante fino all’orlo, da cui si tengono a debita distanza bambini e canucci, tendenzialmente vivaci e intraprendenti, per loro stessa incolumità.
A poche decine di metri in linea d’aria, in piazza Leonardo Da Vinci, sulla via Folgarella, arteria morta, svetta la Stele agli Aviatori solennemente inaugurata a luglio del 2019 dalla neonata Giunta Ballico. Il cippo in pregiato travertino romano classico, bene esposto e custodito nell’apposita piazzola artisticamente recintata, riporta su un lato ‘La preghiera degli Aviatori’ fra patriottismo e sacra liturgia, dal testo originale di Vittorio Malpassuti (1889/1944) dei marchesi di Montiglio, conte di Andoglio, consignori di Castelcebro, Colcavagno, Cortanze, Montiglio, molto legato a D’Annunzio. Mentre sull’altro lato, con i loghi dei promotori e sostenitori dell’iniziativa, spunta un grosso gancio appendi ghirlande utile quantomeno per momenti celebrativi.
Risalendo pensosi per Viale Roma, ecco che con un mezzo giro della rotonda si arriva a Piazza della Pace. Nel giardino della malva, preziosissima pianta infestante ricca di proprietà benefiche – che se provi a coltivarla di tuo non ti dà la minima soddisfazione, selvatica com’è – si staglia deperito e abbandonato il Monumento ai Caduti e alle vittime della Seconda Guerra Mondiale, di cui non si riesce da tempo immemorabile a decifrare i nomi sulle due lastre laterali. Fontana normalmente a secco dall’altro lato della piazza, in cui lieti zampettano e mangiucchiano schiere di piccioni, la specie animale autoctona in assoluto più riproduttiva del luogo.
Volendo si può ripetere il breve itinerario turistico semplicemente girando i tacchi e camminando a ritroso, variando insomma la visione prospettica, o a piacere finirla là, magari al bar della Pace per un caffè o un aperitivo, secondo orario e gusti.
E chissà che tale segnalazione non torni utile al Consorzio SBCR e alle attività di promozione turistica, demandate a quanto pare per il corrente triennio alle Biblioteche dei Castelli Romani mediante l’incremento di Destination Management Organization.
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