Tristezza del pagliaccio
Settembre 01
02:00
2007
Sogna il pagliaccio oltre gli spicchi colorati della tenda lontano nel tempo una marina azzurra una nevicata pura di gennaio la sua malinconia è dolcemente poggiata sulla mano a trattenere un soffio di infinito maschera di gesso il volto il cuore rosso come il naso finto. Sogna la forza degli anni giovanili quando l’allegria sprigionava scintille di fornace e l’infanzia sapeva di libertà gioiosa. Cavallino corri e va era la canzone e lui aveva corso nel cerchio della pista inseguendo se stesso fino allo sfinimento. Una ballerina di bianca organza aveva rapito l’anima appesa alla corda che segnava il volo come di colomba. Aveva lasciato una rosea traccia di zucchero filato che lui percorreva ogni notte. Cadeva la sera ormai di fronte allo specchio l’ultimo neo risaltava il candore. Risate, coriandoli, salti e piroette e qualche lacrima dipinta nel suo rosso cuore. |
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