Tristano è andato via…
Lo scorso 25 marzo se ne è andato via in punta di piedi Antonio Tabucchi. Ci si può momentaneamente dimenticare di alcuni scrittori o perché non li si vede da tempo in tour promozionale per qualche nuovo libro o perché non presenziano sulle pagine culturali di riviste e quotidiani coinvolti in qualche fresca polemica per ‘addetti ai lavori’. In piedi davanti alla propria libreria, magari proprio in questi giorni, ci verrà da pensare cosa abbiamo letto di questo autore, cercando un titolo per ‘salutarlo in lettura’.
Tabucchi possiamo averlo apprezzato quale traduttore del poeta portoghese Fernando Pessoa. Oppure, per La testa perduta di Damasceno Monteiro, romanzo ambientato ad Oporto, città nella quale l’inviato di un giornale popolare, Firmino, indaga su un efferato fatto di sangue. Oppure per l’ormai classico Sostiene Pereira. Una Testimonianza nel quale l’autore sembra contraddire un altro suo titolo, Si sta facendo sempre più tardi (romanzo epistolare questo), raccontando la tardiva presa di coscienza riguardo la necessità della verità da parte dell’anziano e malandato Pereira. In Tristano muore, uno scrittore è testimone della storia di un soldato e della Storia. Il giorno seguente la sua scomparsa, un bell’articolo firmato da Valeria Parrella (Lo spazio bianco, Lettera di dimissioni – Einaudi) sul loro incontro a Lisbona, è apparso sulle pagine culturali di Repubblica. Tutti i titoli di Antonio Tabucchi sono in Feltrinelli.
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