TRILUSSA CANTATO E SONATO
Castellano d’origine, arbanese per la precisione – albanense per i puristi-, Carlo Alberto Camillo Salustri, ieri 24 giugno, è stato protagonista di un evento, nella bella Sala Maestra di Palazzo Chigi ad Ariccia.
Oddio, non era solo: numeroso il pubblico presente, tra autorità cittadine – cor sindaco Gianluca Staccoli -, accademiche, musicisti, appassionati del dialetto romanesco…
Sì, vabbé, ma chi era quello co’ tutti quei nomi?
Come chi era?! Stamo a parla’ der granne poeta romanesco: Trilussa!
Ma non era campato ner secolo scorso?
Sì, vero, era nato il 26 ottobre del 1871 e ci ha lasciati nel 1950, il 21 dicembre.
Ecco ‘o vedi? E allora come faceva a sta la’, ‘n mezzo a tutta quela gente?
Bella domanda! Mo’ t’o spiego…
Sentimo ‘n po’… So’ tutt’orecchi e so’ pure curioso, perché vedi? Da le foto, me pare che ce fosse er monno, ma de Trilussa, manco l’ombra…
Zitto! Mo’ statte zitto e stamme a sentì…
Intanto diciamo che er monno che tu dici erano personaggi importanti invitati da Martina Nasini, organizzatrice di questa bella iniziativa ideata dall’Associazione La Terzina: se chiama Le Giornate di Trilussa: dal due giugno è stato presentato come Poeta del Popolo; Trilussa è stato protagonista co’ Rosa Tomei nel secondo incontro il 17, e ieri Trilussa ce l’hanno cantato e sonato…
Cantato e sonato? E che vor di’?
Damme tempo! Sei troppo prescioloso! Allora: devi sapere che il Maestro Mario Alberti, presidente dell’Associazione, ha voluto scrivere un’opera originale mettendo in musica – e che musica! – i versi di Trilussa proprio così come sono, senza cambia’ ‘na virgola, i sospensivi, le parole… so’ messe e musicate proprio come l’ha pensate e scritte er granne poeta romano! E che musica!! – dicevo- pensa che lui co’ la chitara e loro co’ …
Li pifferi!
Ma quali pifferi, ‘gnorante! C’erano cinque Maestri clarinettisti che l’hanno accompagnato, hai da sentì come!! Per la precisione erano i Blue Clarinets che so’ stati ‘na favola!
Ma dimme ‘n po’: Trilussa ‘n’ha scritti de sonetti! L’hanno fatti tutti?!
Ma no! Hanno scelto concordando con la professoressa Secondina Marafini, autrice del bel libro su Rosa Tomei, e recentemente di una straordinaria raccolta dei sonetti di Trilussa: da profonda conoscitrice ha indicato quelli che potevano essere più significativi…
E quali?
Allora: L’orso bianco, La Tartaruga, la Maschera, Fra cent’anni, L’orologio cor cucù, la Libbertà…
“E’ la musica che gira intorno a Trilussa. Non ci sono adattamenti ma riproposizioni arricchite dalle melodie dei clarinettisti che hanno permesso alla serata di essere unica, oltre che particolare”: era proprio soddisfatto Mario Alberti! E pensa… CE SEMO ARZATI TUTTI ‘N PIEDI PE’ L’APPLAUSO FINALE!!
E ce credo… Ma co’ la Marafini c’era pure quarcun artro?
Eh!! Ma pecché ‘n sei venuto? Sapessi che bello !!!
Allora: erano presenti – famme parla’ come se deve – il professor Aldo Onorati, noto dantista e scrittore che ha messo in risalto il cambiamento operato da Trilussa rispetto al Belli, passando da un dialetto di una Roma papalina a una Roma Capitale d’Italia, con la necessità di avvicinare quel vernacolo romano all’italiano.
Un poeta filosofo, ha ribadito anche il professor Rino Caputo – Ordinario di Letteratura italiana nell’Università di Tor Vergata e Direttore della Rivista internazionale Dante -, illustrando Trilussa poeta e letterato che ha coniato il dialetto per una Roma moderna, che stava cambiando…
Del profondo legame tra lingua e cultura, sulla necessità di comunicare mettendo in gioco anche ironia, comicità e umorismo ha disquisito la professoressa Florinda Nardi, direttrice del Centro di Lingua e Cultura Italiana dell’Università di Roma “Tor Vergata”; il riso consente una riflessione sulla vita, stimolando anche una riflessione su se stessi e, favorendo con umiltà l’accettazione dei propri limiti, permette anche di fare sana autocritica.
Ahò, ma che bello! Peccato che ‘n so’ venuto! Ma a la prossima ‘n mancherò! Quanno ce sarà?
Giovedì 21 luglio alle 21.30
E de che se parla?
Di Trilussa e Pier Paolo Pasolini
Stavorta me metto ‘n prima fila! Ce vedemo ‘a la prossima!! Mo’ prenoto subbito!! A giovedì…!
A giovedì 21 luglio, ‘nte scorda’ !
… Non mancheremo neppure noi, vero? Alla prossima!!
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