Trasferta di un quadro
Di chiara ispirazione caravaggesca, la sua arte maturò proprio nel corso del soggiorno a Roma, dove l’artista si recò quando aveva appena 18 anni, giungendo a un indiscusso livello di maestria. Molto caratteristiche le opere appartenenti soprattutto alla seconda metà del decennio italiano, terminato il quale l’artista perse progressivamente l’attrazione per il chiaroscuro e realizzò quadri luminosi anche di soggetto mondano. Tornando in Olanda, a Utrecht, in Italia lasciò una quantità di tele che si sono conservate fino a oggi tra Roma e Firenze (era stato per un breve periodo alla corte toscana dei Medici), anche se alcune hanno avuto sede altrove: come un dipinto di San Giuseppe che fino al 1976, quando venne rubato, si trovava nel convento di S. Silvestro presso Monte Compatri.
Nel 1618 Gherardo delle Notti fu chiamato ad Albano per comporre una pala d’altare per la chiesa di un convento appena eretto per volere del principe Paolo Savelli, consacrata proprio quell’anno ai santi Francesco e Bonaventura. A richiedere i ‘servizi’ del pittore fu la moglie del principe, Flaminia Colonna già vedova Gonzaga, che l’artista raffigurò in posizione molto evidente, accanto a san Bonaventura, nella tela di grandi dimensioni (oltre 2 metri per 3) detta Madonna in gloria con i Santi Francesco e Bonaventura. In omaggio al suo stile, il pittore lasciò nell’ombra tutta la parte inferiore della scena, riservando una fonte di luce intensa, da destra, alla sola fascia superiore del quadro nella quale sono collocate la Madonna con il Bambino e altre figure celesti.
Il motivo prossimo per il quale viene segnalato il dipinto di Gherardo delle Notti è che ora questa pala d’altare di Albano è stata portata a Firenze, dove gli Uffizi ospitano la mostra ‘Quadri bizzarrissimi e cene allegre‘, interamente dedicata al pittore olandese, con decine di sue opere. È, a detta degli organizzatori, l’esposizione più ricca che sia mai stata organizzata per Gerrit van Honthorst nella sua patria o altrove, e include dipinti che non erano mai stati proposti al pubblico in precedenza. Per confronto, accanto ai quadri di Gherardo delle Notti ne sono stati collocati alcuni di suoi contemporanei di maggior rilievo: dal Cavadenti di Caravaggio (utilizzato come immagine emblematica dell’evento) alle rappresentazioni sacre di Dirck van Baburen e Hendrick ter Brugghen, concittadini di Utrecht scesi in Italia con Gherardo, alle scene conviviali di Bartolomeo Manfredi, altro pittore seguace di Caravaggio. Uno dei ‘pezzi forti’ della collezione agli Uffizi è comunque rappresentato proprio dal quadro prestato dalla chiesa dei Cappuccini di Albano, che tornerà al suo posto alla conclusione della mostra fiorentina, il prossimo fine maggio.
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