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Tonino Guerra, il maestro dagli occhi di farfalla

Tonino Guerra, il maestro dagli occhi di farfalla
Luglio 28
11:15 2024

Tonino Guerra mi commuove

Di Anna Maria Geraci

(poesia in “Mangiare una farfalla:

cinema e poesia di Tonino Guerra”,

Il Ponte Vecchio, 2024)

 Mi commuove il suo sguardo attento,

nero e preciso

e il suo viso.

Mi commuove tutto l’amore per la terra:

un sussurro ai mandorli sfi oriti,

regalava fi ori ai fiori.

E se ha scritto una parola,

meglio di altre, è stata “perdono”.

Mi commuove la poesia della rosa moribonda,

e la colonia dei suoi gatti

e i mille colori di Lora

e il suo sguardo azzurro.

Tonino Guerra (1920 – 2012 Santarcangelo di Romagna) è stato un poeta, sceneggiatore, scrittore, artista multidisciplinare e molto molto altro… Forse, come scrisse Cesari Garboli: «In Italia, non si perdona troppo facilmente a uno scrittore di non essere un letterato. Non gli si perdona mai, soprattutto, di non concepirsi come un letterato». [Garboli C., I sogni matti di Tonino Guerra, in «La Fiera Letteraria», n. 29, 1967, pp. 19-20]. Eppure, Guerra ha collaborato con i più grandi del cinema nazionale e internazionale, fra questi basti citare Antonioni, Fellini, De Sica, Rosi, Monicelli, i fratelli Taviani, Angelopoulos, Tarkovskij e Wenders per capirne l’importante firma nel panorama mondiale della cinematografia e dell’audiovisivo. Tuttavia, la maggior parte del pubblico italiano ricorda il viso del maestro Guerra soltanto per un celebre spot dell’Unieuro dei primi Duemila, dove il maestro recitava l’arcinota frase, ormai vero e proprio mantra: «Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita!».

Ma Tonino Guerra è soprattutto poeta, un uomo di cultura, poliedrico ed istrionico, che ha attraversato, come solo un vero maestro può fare, vari campi del sapere e dell’erudizione, alla stregua di un artista rinascimentale. Fra suoi i poemi e prosimetri più celebri, sempre scritti in dialetto santarcangiolese, possiamo ricordare I bu (Rizzoli, 1972), Il polverone (Bompiani, 1978), Il Miele (Maggioli, 1981) e Piove sul diluvio (Capitani, 1997). Moltissime anche le raccolte di racconti, pensieri e storie per il teatro, come, per citarne qualcuna: la saga di Millemosche, scritto con Luigi Malerba (Bompiani), L’aquilone, scritto con Michelangelo Antonioni (Maggioli, 1982) e Lo specchio delle farfalle (I quaderni del battello ebbro, 2002).

La sua prima passione giovanile è la pittura, ma è nel campo di lavoro nazista di Troisdorf che Guerra scopre il vero amore: la poesia. In quel luogo di morte, comporrà la sua poesia più nota, La farfalla, in dialetto santarcangiolese. In questo componimento si possono già notare due caratteristiche distintive della poetica di Guerra: l’utilizzo del dialetto e la presenza della farfalla, inteso come animale totem, protettore, un simbolo di bellezza e libertà, che accompagnerà il maestro non solo nei suoi scritti ma, anche e soprattutto, nei suoi disegni.

 

La farfàla

Cuntént própri cuntént

a sò stè una masa ad vólti tla vóita

mó piò di tótt quant ch’i m’a liberè

in Germania

ch’a m sò mèss a guardè una farfàla

sénza la vòia ad magnèla.

 

La farfalla

Contento proprio contento

sono stato molte volte nella vita

ma più di tutte quando mi hanno liberato

in Germania

che mi sono messo a guardare una farfalla

senza la voglia di mangiarla.

Guerra nel campo nazista scopre la sua vena poetica, l’amore per le radici romagnole e, una volta tornato a casa, si appassiona sempre più al campo letterario, anche grazie al supporto di nomi affermati nel campo come Carlo Bo, Augusto Campana e Cesare Zavattini.

La crisi dell’individuo di Guerra, malinconico e speranzoso, parte dalle radici del neorealismo e attraversa ogni genere, dalla commedia al cinema d’autore, passando, con disinvoltura, dai film di denuncia politica e impegno civico ai cartoni animati e le pubblicità dei primi anni Duemila. La formula del suo successo è semplice e autentica: la poesia, le immagini come simboli, la lentezza dei movimenti, la tenerezza per la terra, per ogni essere vivente e l’importanza del sogno. «Un confessore laico, un interlocutore evidentemente indispensabile a stimolare l’immaginario dei grandi visionari del cinema europeo»: così il critico e collega Cosulich sintetizza l’operato di Guerra in campo cinematografico.

[Geraci A. M., Mangiare una farfalla: cinema e poesia di Tonino Guerra, Il Ponte Vecchio, Città di Castello, 2024, p. 90]

Con il trasferimento a Roma, negli anni Cinquanta vive la fame, ma poi è il tempo del successo, coronato da: un Premio Oscar al miglior film straniero per Amarcord (1975), scritto insieme a Fellini; quattro David di Donatello, tre per la miglior sceneggiatura (1981: Tre fratelli di Francesco Rosi; 1984: E la nave va di Federico Fellini; 1985: Kaos dei fratelli Taviani) e uno, nel 2010, alla carriera; cinque Nastri d’Argento alla miglior sceneggiatura (1963: I giorni contati di Petri; 1974: Amarcord di Fellini; 1983: La notte di San Lorenzo dei fratelli Taviani; 1985: Kaos dei fratelli Taviani; 1991: Il male oscuro di Monicelli), e da una moltitudini di altri premi e riconoscimenti da tutto il mondo, specialmente dalla Russia, sua patria del cuore e terra d’origine della musa, poi moglie, Eleonora Kreindlina (conosciuta come Lora Guerra). Ancora oggi, proprio Lora, dalla casa museo di Pennabilli, chiamata La casa dei mandorli, amorevolmente cura, custodisce e promuove la memoria di questo grande personaggio contemporaneo. Oltre Pennabilli, altre località della zona vantano una chiara impronta guerriana, come ad esempio: Santarcangelo di Romagna, Cervia, Petrella Guidi, Riccione, Sant’Agata Feltria, Rimini e Ravenna. Prima a Santarcangelo, suo paese natale e poi a Pennabilli, poco lontano, nel Montefeltro, dove diceva di essere così in alto da sentire la tosse del Signore, Guerra ha creato un mondo poetico e artistico senza precedenti. Fra questi, il celeberrimo Orto dei frutti dimenticati, il museo più piccolo del mondo de L’angelo coi baffi e il giardino pietrificato di Bascio.

Attualmente, la memoria del maestro è conservata e preservata, oltre che dalla moglie Lora, anche dall’Associazione Tonino Guerra e, ultimamente e dal gruppo Facebook Tonino Guerra Per Sempre, che ha promosso l’appello “Una poltrona per Tonino” per dedicare, al Cinema Modernissimo di Bologna, una poltrona in onore del poeta. Tonino Guerra non può essere dimenticato. Forse, come scrisse egli stesso, buon profeta: «Io sarò utile dopo. Sarò utile poi. Quando all’umanità serviranno le favole e quando l’infanzia conquisterà di nuovo la fantasia che le è stata sottratta dalla modernità».

Di seguito, l’appello della vedova di Guerra alle istituzioni per preservare la memoria del marito.

 

Lora Guerra: << […] Sono riuscita ad ottenere due riconoscimenti per la casa museo di Tonino Guerra. È stata riconosciuta come casa delle persone illustri dell’Emilia-Romagna e come casa della memoria d’Italia. Molto prima abbiamo ricevuto dall’Accademia del cinema europeo la targa dove è scritto che questa casa e questo posto a Pennabilli sono molto importanti per la storia del cinema europeo. Ma più di questo non riesco a fare. Ho incontrato il Sig. Felicori, con il quale avevo un appuntamento online, al quale era presente anche Emma Petitti, chiedendo alla Regione Emilia-Romagna di prendersi cura di questo posto e, soprattutto, della casa museo di Tonino. Magari la Regione potrebbe acquistare questa casa aiutata da qualche Banca o da un Ente dell’Emilia-Romagna o da un imprenditore privato perché questa casa possa rimanere anche dopo la mia scomparsa un posto pubblico per tutti i visitatori che vorrebbero vedere la casa museo di Tonino Guerra. I soldi ricavati potrebbero servire, oltre che per il restauro della casa, anche per lo stipendio di un segretario o segretaria per poter svolgere i programmi culturali e anche comunicare con le altre case museo dell’Emilia-Romagna. Io sogno che sarà fatto un percorso turistico dal Castello Malatesta, dove risiede il museo di Federico Fellini, fino al “mare verde”, come diceva Tonino, del Montefeltro, arrivando alla casa del Poeta. Ho scritto chiedendo un aiuto a tutti gli amici di Tonino che potrebbero aiutare in questa impresa non facile, soprattutto oggi. Spero tanto che Vittorio Sgarbi, Carlin Petrini, Farinelli, Oscar Farinetti (che mi ha risposto suggerendomi di chiedere tutto ciò in Emilia Romagna con la quale lui non c’entra niente) o Wim Wenders (che mi ha risposto in maniera molto gentile) e tutti gli altri ai quali ho scritto e che non hanno risposto, possano dare alcuni consigli. […] Tonino è nato nella piccola Santarcangelo, una cittadina che ha cercato di salvare due volte, quando dopo la guerra volevano distruggere le contrade da Tonino sono venuti tutti i nuovi dirigenti comunali, buoni ragazzi, come diceva lui, e hanno detto a Tonino di aver avuto una idea geniale “buttiamo già tutte le contrade e costruiremo un ospedale per tutti, grande e bello”. Tonino ha risposto: “voi siete pazzi ragazzi. Se distruggiamo il passato, distruggiamo anche il nostro futuro”. Adesso a Santarcangelo già da due anni è chiuso il museo di Tonino, museo privato, creato dall’Associazione di Tonino Guerra. Nella casa dei Poeti non c’è l’archivio letterario che lui ha destinato a Santarcangelo. Dalla Pro Loco, in dieci anni di guida da parte dei buoni ragazzi che guidavano il paese, non è stata fatta nessuno mostra dedicata a Tonino Guerra. La mia proposta è stata questa: fare una mostra dedicata a Tonino nella Casa della Poesia riportando l’archivio letterario in modo da ritrovarsi con poeti, amici e i grandi poeti dialettali di Santarcangelo e anche, al più presto possibile, riparare le infiltrazioni dell’acqua nel monte della pietà dove il povero cavallo di legno piange di notte aspettando la riapertura delle porte. La guida della Loco potrebbe spiegare là ai turisti che Tonino ha creato per il paese due fontane, ha inventato esteticamente la Sangiovesa, dove c’è ancora il ristorante che appartiene a Manlio Maggioli, liberando, con il sindaco Cristina, la piazza Ganganelli dalle macchine. Sui muri di Santarcangelo sono appese le targhe che raccontano le storie dei personaggi del paese. Anche il ristorante Zaghini è allestito da quadri e stampe basate sui disegni di Tonino ed è la memoria storica di tutti i personaggi che ha portato Tonino a Santarcangelo. Per l’ancora più povera Pennabilli Tonino ha creato i luoghi dell’anima con tutti gli amici. Anche il famoso orto dei frutti dimenticati ha bisogno di cura continua e il museo ha bisogno della presenza fissa di una segretaria o di un segretario che potrà svolgere un lavoro continuo, come succede in tutti i musei del mondo, e non basarsi solo su volontari o persone che ricompenso io. Non avendo alle spalle delle grandi città Tonino aspetta la sua gente di Romagna, nonostante i suoi libri non siano stati stampati negli ultimi sei anni, continuano a venire

persone che mi riconoscono per la strada e dicono: “Tonino era un grande uomo, il maestro della vita”. Abbiamo bisogno adesso dei maestri della vita perché abbiamo perso tutti gli ideali e la fede nella cultura e nella bellezza che difendeva Tonino Guerra. Nell’ultimo periodo ripeteva sempre “La bellezza è già una preghiera”. Spero che qualcosa arriverà dall’amministrazione attuale di Pennabilli che ha “le orecchie tappate” nei confronti della cultura>>.

Luoghi dell’anima, 7 marzo 2008

«Abbiamo bisogno di luoghi che siano uno specchio per le nostre riflessioni.

Luoghi che ci allontanino dalla vita che stiamo facendo.

Luoghi che ci facciano camminare lungo sentieri creati dalla nostra fantasia».

[Guerra T., Giannella S. (a cura di), La valle del Kamasutra. Segni, sogni e altro scelti dal poeta, Bompiani, Milano, 2010, p. 179].

 

ANNA MARIA GERACI, nata nel 1999, è laureata in Letteratura, Lingua e Cultura Italiana, curr. Filologico, e vive a Milazzo (ME). È un’appassionata di lettura, teatro e giornalismo. Amante della natura e del trekking, ha prestato servizio come capo scout nella sua città. Da alcuni anni si dedica allo studio e alla ricerca di uno dei suoi poeti preferiti, il poliedrico Tonino Guerra. A lui ha dedicato il suo saggio “Mangiare una farfalla: cinema e poesia di Tonino Guerra” (Società Editrice Il Ponte Vecchio, 2024). Oggi cura, come amministratrice, il gruppo Facebook “Tonino Guerra Per Sempre”.

 

 

 

 

 

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