“Thinking outside the box”, “Pensa fuori dalla scatola”
“Thinking outside the box”
“Thinking outside the box”, letteralmente “Pensa fuori dalla scatola” ossia: “Pensa fuori dagli schemi”. Il concetto è semplice. Se vogliamo esplorare una nuova idea bisogna che nel nostro cervello questa idea compaia almeno come possibilità. È la possibilità che favorisce la creatività, non il contrario. E queste “possibilità” saranno presenti ed a nostra disposizione solo se ci alimentiamo di idee, concetti, esperienze nuove. Se siamo disponibili al mondo, curiosi, attenti, desiderosi di imparare. Questo avverrà solo se sapremo ascoltare il richiamo di una vibrante emozione: una sana curiosità.
Viene da chiedersi: “Come possiamo riuscire a generare idee innovative?” Rompere gli schemi, pensare “out of the box”, vuol dire sforzarsi di osservare le situazioni da diversi punti di vista, avventurarsi per strade non battute, individuare soluzioni divergenti. Come fare? Ecco qualche spunto di riflessione:
- Atteggiamento positivo (e “out of the box”). Le persone che generano idee creative sono quelle più determinate a trovarle, quelle che hanno chiaro l’obiettivo da raggiungere, quelle che credono nelle proprie possibilità. Affermare “Non voglio più avere questo problema” è completamente diverso dal domandarsi “Come posso ottenere questo risultato?”. La seconda domanda stimola, molto più della prima, a trovare una molteplicità di soluzioni concrete. La prossima volta che avremo una difficoltà, proviamo trasformarla in una sfida creativa, immaginando, fin dall’inizio, il successo finale.
- Capovolgere la prospettiva. Gli artisti, i bambini, gli umoristi riescono a cogliere prospettive inaspettate, perché sono capaci di capovolgere il proprio punto di vista. Se ogni medaglia ha il suo rovescio, in ogni circostanza possiamo trovare almeno un’altra modalità per descrivere la situazione. Modalità insolite di percepire e descrivere una certa situazione (più grande o più piccola, più leggera o più pesante, ecc.) possono condurci più facilmente verso soluzioni nuove e brillanti. Inoltre, ricordiamo anche che non ottenere una cosa potrebbe essere una grande benedizione perché apre la possibilità ad altre vie, ad altri percorsi possibili, a nuove prospettive semplicemente cambiando il punto di vista.
- Sperimentare le alternative. Invece di svolgere il solito compito, lavoro o altro in modo “programmato” proviamo ad avere il coraggio di sperimentare delle modalità alternative, perché ciò può schiudere scenari inattesi e, spesso, inimmaginabili. Il sociologo Edward De Bono, studiando il fenomeno del “pensiero laterale”, postulò che esso si basasse sul concentrarsi sulle diverse angolazioni di un dilemma e non nel cercarne una soluzione lineare. Per pensare lateralmente bisogna conoscere tante cose. Il sapere è sempre utile, qualsiasi sia la sua forma, perché è proprio il sapere, sotto le sue tante forme, che permette di pensare sotto angoli diversi, scoprendo legami nuovi e inaspettati.
- Ampliare il campo delle possibilità. Nell’usare prodotti o servizi tendiamo a limitarci alle modalità d’impiego che ci vengono suggerite, senza fermarci a pensare quali altri usi ne potremmo fare. Cercare di ampliare le modalità di utilizzo di un certo oggetto può condurci a soluzioni efficienti e sorprendenti. I nostri prodotti o servizi, forse con qualche piccola modifica, potrebbero rispondere a numerose altre esigenze (espresse o latenti) dei nostri clienti attuali e futuri. La stessa cosa vale per le nostre esperienze bisogna ampliare le nostre possibilità anche in questo campo, basta essere aperti, ricettivi, disponibili, propositivi. Il mondo è la fuori ad aspettarci ma dobbiamo muoverci se vogliamo scoprire, sperimentare ed ottenere cose nuove, scenari diversi e arricchire così il nostro bagaglio personale.
- Non dare nulla per scontato. Molte innovazioni di successo sono state concepite da persone che hanno avuto il coraggio di mettere in discussione ciò che per tutti gli altri era ovvio e scontato. Ecco un esempio: Michele Ferrero, amministratore dell’omonima ditta dolciaria, nel 1968 esortava i suoi collaboratori a ideare nuovi prodotti. “I bambini sono attratti dalle uova di Pasqua perché sono gustose e hanno le sorprese”, disse ad una riunione, “… possiamo trovare il modo di dargli la Pasqua tutti i giorni?”. Il gruppo di lavoro cominciò ad elaborare delle ipotesi e, ben presto, lanciò sul mercato un nuovo prodotto che ebbe un notevole successo: gli ovetti Kinder Sorpresa. Per cui non fermiamoci all’ovvio e allo scontato perché così facendo manterremmo uno status quo senza la possibilità di sperimentare il nuovo che potrebbe fornire una “salutare scossa”, la giusta spinta motivatrice per un cambiamento auspicabile che potrebbe migliorarci.
- Aerare il cervello prima di soggiornarvi. Il nostro cervello ha bisogno di ossigeno: sia l’ossigeno “chimico”, che riceve con una corretta respirazione, sia l’ossigeno inteso come nutrimento creativo. È necessario rinvigorire la nostra mente con stimoli multisensoriali (concerti, visite a musei e mostre, degustazioni particolari, ecc.). Quando viviamo esperienze simili, positive, vivaci e stimolanti, il nostro cervello produce delle sostanze chimiche che, oltre a farci sentire bene, agevolano nuove connessioni e nuove idee. In momenti di difficoltà, in cui fatichiamo a trovare qualche nuova idea, allora, proviamo a cambiare attività, magari facendo una breve passeggiata, scambiando quattro chiacchiere con un collega davanti ad un buon tè, sfogliando dei fumetti, ecc. Anche la musica (soprattutto il ritmo), è un ottimo strumento per risvegliare l’emisfero destro, per “distaccarci” un momento dalla realtà quotidiana e cogliere connessioni insolite.
- La visualizzazione per migliorare la performance. Questa pratica, ampiamente utilizzata sia in ambito sportivo che manageriale, si fonda sulla capacità della mente umana di creare immagini mentali dettagliate, che rappresentano gli obiettivi futuri e i percorsi necessari per raggiungerli. Se impiegata correttamente, la visualizzazione permette di allenare la mente a “vedere” il successo prima che si manifesti nella realtà, contribuendo a migliorare la focalizzazione, la motivazione e, di conseguenza, le prestazioni. In pratica, la visualizzazione sfrutta il potere dell’immaginazione per programmare la mente verso il raggiungimento di determinati obiettivi. La scienza dietro la visualizzazione è sorprendentemente solida e si basa su studi neuroscientifici che dimostrano come il cervello non sia in grado di distinguere completamente tra un’esperienza reale e una immaginata in modo vivido. Quando si visualizza un evento in modo dettagliato, le stesse aree del cervello che si attivano durante quell’esperienza nella realtà vengono stimolate anche durante l’immaginazione. Questo fenomeno spiega perché la visualizzazione può essere così efficace nel migliorare le prestazioni: si sta, di fatto, “provando” mentalmente ciò che si desidera realizzare nella realtà. Inoltre, la visualizzazione agisce non solo sul piano cognitivo, ma anche sul piano emotivo e fisico. Le immagini mentali dettagliate possono influenzare la nostra fisiologia, riducendo lo stress, abbassando il livello di cortisolo e migliorando il nostro stato d’animo generale. Esistono diverse tipologie di visualizzazione, ciascuna con uno scopo specifico e adattabile a differenti contesti professionali e personali:
- Visualizzazione orientata agli obiettivi: l’idea centrale è quella di immaginare in dettaglio l’obiettivo raggiunto, includendo non solo i risultati concreti ma anche le emozioni che si provano nel momento in cui si ottiene il successo.
- Visualizzazione del processo: l’attenzione è posta su ogni fase del percorso che porta al successo. Immaginare ogni singolo passaggio – dalla pianificazione strategica, all’esecuzione delle azioni quotidiane, fino alla gestione degli imprevisti – aiuta a mantenere la motivazione elevata e a garantire che l’attenzione rimanga fissa su ciò che è necessario fare oggi per avvicinarsi al traguardo.
- Visualizzazione creativa: La visualizzazione creativa è un’altra potente forma di visualizzazione, utilizzata prevalentemente per generare nuove idee, trovare soluzioni innovative o esplorare strade alternative per affrontare problemi complessi. Questa tecnica stimola la mente ad andare oltre i soliti schemi di pensiero, aprendo la strada a nuove prospettive e intuizioni.
- Visualizzazione del cambiamento: La visualizzazione del cambiamento è una tecnica particolarmente utile per coloro che desiderano apportare modifiche nella propria vita professionale o personale, ma che magari si trovano bloccati dalla paura del cambiamento o dall’incertezza riguardo al futuro. Questa forma di visualizzazione si concentra sull’immaginare in dettaglio il cambiamento desiderato, con un’enfasi speciale sui benefici che apporterà e sulle sensazioni positive che si proveranno una volta che tale cambiamento sarà avvenuto. Visualizzare con chiarezza i vantaggi che il cambiamento comporterà, sia a livello personale che organizzativo, aiuta a ridurre la resistenza e ad aumentare l’adattabilità. Attraverso questa tecnica, si può programmare la mente a percepire il cambiamento non come una minaccia, ma come un’opportunità di crescita e miglioramento.
- Visualizzazione del futuro: La visualizzazione del futuro è una tipologia che permette di proiettarsi mentalmente in scenari futuri, immaginando come sarà la propria vita professionale o personale in un determinato periodo di tempo. Questa pratica aiuta a costruire una chiara visione a lungo termine, definendo non solo gli obiettivi da raggiungere, ma anche il percorso per arrivarci.
L’utilizzo regolare della visualizzazione offre una serie di vantaggi concreti, in grado di migliorare le performance. I benefici della visualizzazione sono: aumento della motivazione, riduzione dello stress, miglioramento della concentrazione, potenziamento della fiducia in se stessi, sviluppo della creatività, miglioramento della resilienza emotiva.
Ora quando ci si trova davanti ad una situazione nuova, che non si sa con certezza come affrontare, questa situazione viene percepita come un problema. Può dunque essere una situazione difficile a scuola o sul lavoro, il trovare un modo per eludere una regola troppo rigida, per ovviare ad un inconveniente dell’ultimo minuto che ha scombinato i nostri piani, ma anche l’escogitare una mossa migliore per sconfiggere il nostro avversario in una partita. Alla soluzione di tali situazioni non serve applicare deduzione (il legame che unisce nel sillogismo le premesse alla loro conclusione) o induzione (un procedimento di formazione della conoscenza che dall’esame dei particolari conduce all’universale), ma è fondamentale ideare una soluzione originale che non deriva dell’applicazione di principi astratti né dalla sola esperienza passata, ma che si basi su delle alternative che consentano di raggiungere la meta finale! Viene da domandarsi: “Ma come faccio a trovare delle alternative se non vedo vie d’uscita”? La soluzione: “think different”, “pensa in modo differente” che nel concreto significa guardare il problema da un’altra prospettiva. Come si fa? Semplicemente attingendo alla tua creatività ed accendendo l’interruttore del pensiero laterale. Il pensiero laterale è la capacità di trovare la soluzione dei problemi seguendo un percorso non convenzionale e non basato sulla logica razionale. Questo “pensare fuori dagli schemi” e in modo non convenzionale, trae origine da curiosità e anticonformismo, è la modalità di pensiero più comune durante l’infanzia ed è particolarmente sviluppato nei bambini. I bambini, maestri di fantasia e freschezza, si avvalgono di innumerevoli gradi di libertà nella ricerca di soluzioni alternative e nuovi punti di vista di fronte a un dato problema. I problemi, infatti, nascono nel momento in cui tendiamo a sbilanciarci verso uno dei due poli, e solitamente lo facciamo nei confronti della ragione, a cui noi adulti ci appelliamo sempre e comunque, anche a rischio di esserne limitati. Il pensiero razionale detto anche “verticale” ci porta a ripercorrere nel tempo e in maniera rigida lo stesso sentiero che da A (causa o antecedente) ci porta a C (effetto o conseguente) passando da B. Soluzioni innovative che portino ad un’evoluzione richiedono invece uno stravolgimento della prospettiva e che si abbandoni il pensiero verticale in favore di un pensiero creativo che scardini schemi e preconcetti, e lasci spazio a intuito, immaginazione, originalità. Ecco allora che occorre attivare il pensiero laterale che parte da “A”, abbandonando ogni presupposizione e preconcetto, e osservando i fatti da diverse prospettive, può giungere a C passando per D, E o F . Ci sono più possibilità grazie alla creatività di raggiungere una stessa soluzione. Serve quindi la creatività che non è altro che un muscolo e, come tale per tenerlo prestante, serve un allenamento assiduo e costante. Spesso per affrontare e risolvere il problema è necessario abbandonare antiche certezze e cambiare prospettiva, sostituendo la rigida causalità lineare con la flessibilità derivante dal cosiddetto pensiero laterale o pensiero divergente. Basti pensare alla tendenza dei bambini a salire lo scivolo al contrario: per l’adulto è un errore, è pericoloso, non è logico. Per il bambino si tratta di assecondare il bisogno di esplorazione e la sua fisiologica creatività. I bambini infatti, dalla nascita a circa tre anni d’età utilizzano principalmente l’emisfero destro del cervello, quello emotivo, che permette loro di essere creativi, intuitivi e di comunicare principalmente a livello non verbale. La ragione, che definisce la modalità di approccio alla realtà dell’adulto, deriva- in maniera complementare- dalla capacità di utilizzare la logica e il linguaggio, presieduti dall’emisfero sinistro del nostro cervello, il cosiddetto cervello razionale. Nei bambini l’errore, lo sbaglio, non è contemplato come fallimento. Non si fanno bloccare dagli errori, continuano imperterriti il loro gioco.
Concludendo, cosa significa allenarsi alla creatività? Mettere insieme questi elementi: la mente del principiante, la curiosità di un bambino, il metodo dello scienziato e la pazzia dell’artista. Einstein affermava: “Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi”. Siamo folli quando pensiamo di dare una svolta alla nostra vita senza rivoluzionarla? Sì lo siamo ed è per questo che è importante pensare fuori dagli schemi: “Thinking outside the box”!
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