TERZO SETTORE LAZIO: IL CENTRO POLIVALENTE PER GIOVANI ADULTI AFFETTI DA AUTISMO CONVINCE LA REGIONE
PROGETTO SPERIMENTALE VERSO LA PROROGA E UNA MAGGIORE PRESENZA SUL TERRITORIO
L’assessore regionale Massimiliano Maselli intervenuto a Ciampino al convegno su Disabilità e Lavoro 5.0
annuncia: ”Presto visiterò le famiglie che fruiscono dell’iniziativa. Il loro verdetto sarà decisivo”
Le famiglie e i “giovani adulti” dai 17 ai 27 anni sono e saranno sempre di più al centro del progetto sperimentale per la realizzazione di un Centro Polivalente dedicato alla cura di persone affette da spettro autistico che ha riunito tutte le realtà partner (istituzioni, associazioni, imprese) a Ciampino in occasione del convegno dal titolo Disabilità e Lavoro 5.0 – Oltre le barriere: le nuove forme di opportunità.
L’evento è stato aperto dalla sindaca del Comune di Ciampino Emanuela Colella che ci ha tenuto a sottolineare come proprio il modello del Centro Polivalente sia “esempio importante di rete, mirato a raggiungere obiettivi di inclusività”.
Presente e interessato all’ascolto, l’assessore ai Servizi Sociali, Disabilità e Terzo Settore della Regione Lazio, Massimiliano Maselli che ha ribadito le intenzioni della nuova giunta regionale “di agire senza alcun tipo di pregiudizio” verso progetti e iniziative che provengono dalle precedenti gestioni.
“La proroga di questo progetto è stato il primo atto che mi sono trovato davanti” ha detto Maselli. “Ne ho intuito subito la bontà, anche perché l’integrazione socio-sanitaria di cui si sente parlare da interi decenni, resta uno degli obiettivi principali della nuova giunta regionale”
Maselli ha sottolineato il valore del progetto che si coglie in termini di innovazione grazie alla “sempre maggiore consapevolezza e maturità da parte del territorio, con istituzioni e associazioni unite nella volontà di lavorare in partenariato, coprogettazione, coprogrammazione. Obiettivi che dobbiamo fortemente raggiungere”.
Il traguardo vero, secondo l’assessore sarà giungere a una inclusione sociale fatta “non solo di assistenza ma di inclusione lavorativa. E’ questa la grande scommessa. Questo progetto porta in quella direzione e il monitoraggio della Regione aiuta. Il responso finale però lo dovranno dare le famiglie” ha detto ancora Maselli, annunciando che vorrà visitare i Centri Polivalenti. Un verdetto che mi aspetto veramente positivo. A quel punto il progetto non sarà solo da sostenere ma da ampliare. Ogni provincia dovrà avere il proprio Centro Polivalente. Roma dovrà raddoppiare. Si dovrà arrivare almeno a dieci in tutto il Lazio. I Centri Polivalenti in tutto il territorio regionale, tutti presenti con propri rappresentanti all’iniziativa di Ciampino, sono quattro: uno per il Lazio nord (Rieti Viterbo), uno per il Lazio sud (Latina Frosinone) e quello di Roma Capitale oltre a quello della Città Metropolitana organizzatore dell’iniziativa.
La Regione da parte sua, sempre attraverso le parole dell’assessore Maselli ma anche della dirigente, dottoressa Ornella Guglielmino ha manifestato tutta la propria presenza e la volontà di operare in tal senso.
“La prossima settimana porteremo in giunta una delibera che impegna 9,5 milioni per le famiglie con disabili affetti da spettro autistico” ha annunciato l’assessore, anticipando la notizi sulla prossima nomina da parte della Regione Lazio di un garante dei disabili. “Figura altissima che sarà proprio chiamata a dare consigli e avere rapporti con le famiglie”.
Maselli, rivolgendosi alle istituzioni comunali presenti, ha preannunciato il prossimo arrivo di nuove linee guida per distretti. “Serve semplificare. Più rapidità e capacità di spesa”. Quindi ha invitato le amministrazioni locali a puntare sui consorzi tra comuni, più efficaci dei distretti”.
La direttrice regionale per l’inclusione sociale,Guglielmino ha sottolineato, da parte sua, come l’idea di inclusione alla base dei centri polivalenti “che pongono il lavoro al centro dello sviluppo di persone con disabilità” vada di fatto a “capovolgere il concetto di centro diurno con il diritto al lavoro, sancito dalla Costituzione dal 1948, che diventa così effettivo anche per le persone disabili. Coprogrammazione e coprogettazione sono gli strumenti. La Regione Lazio in tal senso ha anticipato di qualche mese il Codice del Terzo settore. In tal modo cambia il linguaggio e il modo di rapportarsi col Terzo Settore grazie ai budget di salute che mettono al centro la persona e tutte le risorse finanziarie che garantiscono un progetto di vita. Le reti sociali devono essere ancorate al territorio, elemento fondamentale per la corretta presa in carico della persona con disabilità. I Centri Polivalenti rispondono a tutte e quattro le prerogative che rappresentano – ha concluso Guglielmino – quella innovazione sociale sulla quale è necessario puntare” tenendo anche presente un dato particolarmente positivo: “l’aumento a 1 miliardo e 700 milioni di euro della quota assegnata dal Fondo Sociale Europeo nel settennio in corso”.
Il dottor Angelo Fioritti, presidente del Collegio nazionale dei direttori di Dipartimenti di Salute Mentale, ha sottolineato in un quadro più generale come proprio il lavoro sia la cartina di tornasole dell’evoluzione sociale. Ancor di più quando si incrocia con le disabilità. “La convenzione Onu non parla di protezione ma di azioni positive perché forse era proprio il meccanismo di protezione che generava frustrazione” ha detto Fioritti.
Fondamentale quindi, a giudizio del professore, sarà “superare logiche del laboratorio. Tirocinio e formazione dovranno essere preliminari a progetti individuali” Un sistema che punti “non a proteggere ma accompagnare, creare le opportunità perché sia il cittadino a fissare le mete. Questo il principio su cui ci siamo incontrati dieci anni fa con la cooperativa Gnosis”.
La soluzione proposta da Fioritti è che “il supporto sia a tempo indefinito quando il lavoro si trova” per superare la sindrome da disoccupazione, frustrazione o inadeguatezza “e che sia integrata al Sistema Sanitario Nazionale”.
Hanno calato i concetti in ambito più locale la consigliera della Città Metropolitana, Tiziana Biolghini che, riprendendo anche le parole della sindaca di Ciampino, ha lodato il ruolo delle “consulte sulla salute mentale che chiedono grande semplificazione per snellire le procedure” proprio per la loro stessa natura di “strumento chiamato ad operare con i sindaci e un occhio costante sui diritti”. Oltre ciò ha ricordato come “proprio sul lavoro i segnali negli ultimi 20 anni non sono positivi. Continuiamo ad avere aziende che preferiscono pagare multe piuttosto che rispettare leggi”. In tal senso Biolghini ha fatto sapere che in Città Metropolitana è stata approvata una mozione “che impegna la Regione a destinare il 5% dei bilanci destinato a cooperative di tipo B. Un impegno sostanziale, considerando anche il fatto che, dagli anni di
mafia capitale è sparito il 50% delle cooperative che da quel sistema hanno subito danni”.
Concetti che poi sono stati esplicitati nella parte più tecnica su come renderli fattuali e applicarli. Il dottor Bruno Pinkus responsabile clinico dei progetti terapeutico-riabilitativi individualizzati di Gnosis si è soffermato sulla necessità di “gestire le complessità” e far comprendere anche preparare questi nuovi lavoratori alla precarietà. In tal senso la Asl Rm 6, attraverso l’intervento della direttrice facente funzioni del Dipartimento di Salute Mentale, Diana Di Pietro è tornata a sottolineare la centralità della famiglia e l’importanza fondamentale di utilizzare al meglio le risorse, mentre Giorgio Di Dato di Make 4 Work, tra i principali partner dell’iniziativa e ideatore del titolo del convegno, ha spiegato come “il lavoro 5.0 rappresenti l’evoluzione nel sociale del mondo del lavoro”.
In tal senso le conclusioni della dottoressa Angela D’Agostino anche sulla scia delle parole dell’assessore Maselli. “Questo progetto è una grande palestra” ha detto D’Agostino. “Giustamente monitorato con grande attenzione da parte della Regione, il progetto segna un importante riconoscimento per la funzione pubblica del Terzo Settore” che entra così in una dimensione più paritaria con le Istituzioni. Si sta cogliendo l’opportunità di un privato sociale che aiuta a superare il concetto delle gare d’appalto con aziende lontane dal territorio e che spesso, a differenza del Terzo Settore locale, non conoscono neppure il tessuto sociale e non ne riescono ad individuare I bisogni e le risorse”.
“Nei due anni previsti dal progetto – ha concluso D’Agostino – contiamo di delineare le fasi e le tappe di un percorso personalizzato”. Con l’obiettivo di riuscire a garantire una continuità al progetto. Auspicio a quanto pare di tutti verso cui anche la nuova giunta regionale ha mostrato la massima disponibilità.
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