È tempo di lavorare ad una rete dei servizi bibliotecari metropolitani
«Il successo dell’incontro su “Biblioteche in coworking” ci conferma che è tempo di lavorare ad una rete dei servizi bibliotecari metropolitani» ha affermato il consigliere delegato Federico Ascani, a seguito del confronto svoltosi giovedì scorso a Villa Altieri sulla prospettiva di costruzione di un “Sistema bibliotecario metropolitano policentrico”.
A marzo scorso il Consiglio metropolitano aveva approvato una deliberazione di indirizzo per indicare la possibilità di un percorso ritenuto utile per strutturare in modo più efficace ed efficiente le reti dei servizi bibliotecari sul territorio. L’incontro di giovedì, introdotto e moderato da Valerio De Nardo, dirigente della Città Metropolitana, è stato molto partecipato ed è risultato utile per mettere a fuoco opportunità e criticità dei quali tale percorso può essere costellato.
Ester Dominici, direttore del Consorzio Sistema bibliotecario Castelli Romani, ha illustrato una idea di un possibile modello policentrico basato su tre livelli: la biblioteca, come elemento di prossimità al territorio ed erogatore diretto dei servizi ai cittadini; il sistema territoriale come nodo di raccordo e di supporto in un ambito definito; il sistema metropolitano come luogo di coordinamento e di gestione dei servizi trasversali a tutto il territorio. L’idea di una struttura policentrica intende naturalmente valorizzare le realtà esistenti, favorire ulteriori processi di aggregazione sistemica, rafforzandone le specificità in un’ottica di rete.
È quindi intervenuto Gianni Stefanini, direttore del Consorzio Sistema bibliotecario nord ovest di Milano, che ha illustrato in maniera molto dettagliata l’esperienza che si sta conducendo in Lombardia, dove all’interno di percorsi di cooperazione multipli e già avviati su scala regionale possono essere evidenziati passaggi e finalità molto simili a quelle che si intenderebbero sperimentare nell’area romana.
È toccato al professor Luciano Hinna fornire un incoraggiamento alla sperimentazione di un sistema bibliotecario policentrico metropolitano riconoscendo il “plusvalore” intrinseco nei sistemi organizzativi delle reti territoriali e ritenendo che possa costituire un notevole fattore di innovazione e di efficientamento favorito dalla intelligenza collettiva di una comunità professionale molto motivata e appassionata, come quella dei bibliotecari.
Proprio in rappresentanza di tale comunità professionale è intervenuta Anna Galluzzi, della Associazione Italiana Biblioteche, che ha concentrato il suo intervento sul senso della cooperazione tra globale e locale in una fase di grande trasformazione sociale, economica e culturale.
Dal contributo di Cristina Selloni, direttore della Istituzione Biblioteche di Roma, sono emerse invece molte criticità del percorso delineato, fortemente condizionato a suo modo di vedere, dalle incertezze delle prospettive istituzionali e dalla esistenza di strutture, come la stessa Istituzione, difficilmente riducibile ad una ottica di rete come quella proposta.
L’intervento conclusivo di Pierluigi Regoli, capo segreteria dell’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio, ha voluto evidenziare il favore ed il sostegno che l’ottica di rete deve ricevere dalle istituzioni ed ha preannunziato l’emanazione di un avviso rivolto ai sistemi del territorio regionale, che sarà specificamente mirato a favorire le aggregazioni tra i soggetti operanti nei servizi culturali: in questo senso potrà costituire anche una occasione per realizzare una sperimentazione dei modelli proposti nel corso della discussione.
“La visione proposta dal Consiglio e approfondita nell’incontro di giovedì – ha affermato Federico Ascani, consigliere delegato allo Sviluppo economico, promozione territoriale, politiche giovanili, educative, della cultura e dello sport, rapporti Enti locali, politiche sociali – è dunque un terreno su cui lavorare concretamente per la costruzione di sistemi strutturati di gestione dei servizi pubblici in ambito metropolitano, nell’ottica di un efficientamento complessivo degli stessi e di una strategia che integri le politiche culturali, sociali e di promozione territoriale a partire dalle realtà concrete già esistenti, rispettandone la storia e l’autonomia, ma lavorando per valorizzarle in un’ottica di rete”
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