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“Tempi inquieti e altre poesie” di Wanda Lombardi, con prefazione di Maria Rizzi

“Tempi inquieti e altre poesie” di Wanda Lombardi, con prefazione di Maria Rizzi
Settembre 23
17:45 2024

Tempi inquieti e altre poesie di Wanda Lombardi, con prefazione di Maria Rizzi, “Alcyone 2000”, Guido Miano Editore, Milano 2024.

Torno a visitare il mondo di Wanda Lombardi, poetessa di Morcone, in provincia di Benevento, che mi sembra di conoscere da sempre. Ho percorso il viaggio a ritroso nel suo lirismo e nella sua esistenza attraverso l’Opera Omnia (2023), e sono consapevole che si tratta di una voce polifonica e di rara purezza, che ruota attraverso l’inquietudine, il misticismo e la natura.

La presente raccolta poetica ci riconduce alla sua fuga interiore, segno di un’intensa, inesausta vitalità dell’anima, mai paga del quotidiano, tesa a una meta degna dei suoi sforzi e dei suoi ideali, pur consapevole, per dirla con Vincenzo Cardarelli e la lirica Gabbiani, che il suo destino è «vivere balenando in burrasca». La cittadina nella quale l’autrice vive da sempre, ha intriso la sua indole di vicoli che cercano spiragli, di scale che vorrebbero arrivare al cielo, ed è divenuta un tutt’uno con la sua intensa spiritualità: «…Il cinguettio di uccelli, / un gorgogliante rio / e da presso i rintocchi lieti / di campane della vicina chiesa / mi scuotono al loro ritmo / si affianca il cuore / in una sorta di condivisione e amore…» (La musica della vita).

Il tessuto artistico della Nostra è cucito alle radici, che rendono melodia i suoi versi; ella trae forza per affrontare le fatiche del vivere dalle atmosfere morbide, variegate del Sannio, territorio campano che raggiunge il litorale del Molise e del basso Abruzzo. Forse la sua stessa scrittura caratterizzata da una molteplicità di suoni trae origine dalla struttura variegata della regione. Il tempo di Wanda Lombardi è stato travagliato, il lirismo ne è calda, superba testimonianza, e mi viene da pensare a un’ulteriore similitudine con l’asprezza e il coraggio atavico dei sanniti, che seppero evitare le sottomissioni ai romani e opporsi ai periodi difficili. Non a caso la poesia Nell’andare recita:

«Nei giovanissimi anni / ho camminato con immane dolore / che stretto ho serrato nel cuore / dinanzi a muri di ferro…».

Le sue sofferenze hanno avuto inizio negli anni della giovinezza, quelli in cui tutti abbiamo potuto tenere aperti gli oblò della speranza, perché era considerato un diritto inalienabile. Anche i grandi della nostra Letteratura, ai quali l’Autrice si ispira, descrivono gli anni giovanili in modo lieto e luminoso. Molti critici hanno definito nichilista il versificare della Nostra, e non si può dar loro torto, sebbene io scorga dietro i «muri di ferro» il concetto eracliteo dell’armonia dei contrari, la capacità del suo mondo di reggersi, di rimanere in tensione, di continuare a stupirsi: «…Malgrado gli alti e bassi, / meravigliosa è la vita / ché anche i momenti bui / forza ridanno…» (La collana della vita).

I punti di debolezza si trasformano spesso in risorse, si distilla da essi la forza per affrontare le difficoltà. E l’equilibrio tra gli opposti consente alla Lombardi di calarsi nel sociale con sguardo caldo di pietas, valutando i pericoli del male, schegge di guerra in periodi bui come quello che attraversiamo. Si coglie nei suoi versi l’esortazione a non cadere nella trappola degli oltraggi, dei pregiudizi, delle offese. Il richiamo suadente a creare ponti verso il prossimo è adamantina esplicitazione della fede, che consente all’uomo di sentirsi saldo perché appoggiato a qualcuno molto più forte e giusto di lui. Ella crede nel Dio che ha creato gli uomini, non nell’idea del Signore creata dagli esseri umani:

«…Rotte difficili da seguire / e delusa pensa che i segreti / del cielo e del mare / sono solo nella mente di Dio» (Desiderio d’infinito).

In questa nuova, breve raccolta di poesie la Lombardi si sofferma sul tempo che stiamo vivendo, sull’intelligenza artificiale, ovvero l’abilità delle macchine di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento e la creatività. Nella lirica Il tempo della velocità scrive: «…in un’epoca in cui sempre più veloci andiamo, / spesso dimentichiamo la necessità / di pensare, di usare il cervello / che tempi più lenti ha per lavorare…». Ed è evidente che per una poetessa il ricorso ai computer per pensare equivale a un’epidemia di sfiducia verso il futuro. Inoltre la sua lunga carriera di insegnante le ha dato modo di instaurare rapporti empatici con i ragazzi, di capire le loro esigenze, le loro fragilità. Non vuole credere che si potranno trasmettere valori alle nuove generazioni attraverso la robotica, sebbene le evidenze dimostrino che la maggior parte degli studenti faccia ricorso all’intelligenza artificiale.

La Lombardi sa dove rifugiarsi per rigenerare la mente e il corpo: tra i miracoli di madre natura. Albert Einstein asseriva che «Ogni cosa che si può immaginare, la natura l’ha già creata», e potremmo aggiungere che l’universo infinito del creato non rappresenta un luogo da visitare, è casa nostra. Purtroppo non siamo stati bravi nel rispettare un simile dono, lo abbiamo offeso, tradito, inquinato. L’Autrice dinanzi a un prato verde, a una vetta, ai fiori, al cinguettare degli uccelli si apre alla chiarezza, alla semplicità, cancella gli egoismi e pratica il rispetto. Nutre la consapevolezza che l’individuo diventa ciò che si lascia costruire attorno e che destrutturarsi equivale a restare se stessi: «Nella solitudine che deprime / amo percorrere sentieri / che non s’impongono; / essi ti ascoltano con pacatezza, / a fidarti ti invitano e a riflettere…» (Sentieri).

Struggenti i ricordi degli amori volati in cielo; l’assenza, già compagna di vita dell’Autrice, si materializza di fronte alle perdite, ma subentra il suo senso eracliteo laddove recita che la sofferenza degli addii è compensata dalla gioia di aver potuto vivere gli amori. La memoria li rende immortali. In A mio fratello Ubaldo si leva il canto più straziante: «Tenero germoglio / maldestramente strappato, / piccola goccia d’acqua / nell’aere dispersa / tu, Ubaldo, che della mamma il volto avevi e il cuore…».

Alla silloge Tempi inquieti fa seguito una breve raccolta dal titolo indicativo: Perché nulla vada perduto, quattordici componimenti estratti da opere precedenti al fine di rendere esaustiva la sua melodia. La poesia che spalanca le isole del passato la conosco bene e la reputo un gioiello a livello contenutistico e formale: «Eri venuto da lontano / a portare il tuo messaggio di speranza, / a ravvivare la nostra fede spenta…» (A Papa Wojtyla). In questi versi la Lombardi dimostra che colui che ha fede avverte l’esigenza di incontrare una persona illuminata, di sperimentare la gioia di essere di fronte a qualcuno che permetta di vibrare sullo stesso registro.

Il percorso verso la spiritualità è un cammino di crescita e di apprendimento permanenti. Il misticismo rivela un modo per avere conoscenza. Si può considerare vicino alla filosofia, tranne per il fatto che in quest’ultima il metodo di indagine è orizzontale, mentre nel misticismo è verticale. Ho già avuto modo di soffermarmi sulle concezioni religiose della meravigliosa poetessa sannita, mettendo in rilievo che i mistici non sono pensatori, ma artisti segreti: poeti senza versi; pittori senza pennello, musicisti senza note. Lei possiede la forza granitica dei versi e sa distillarla anche per la scrittura in prosa.

La cifra stilistica di Wanda Lombardi è priva di ogni figura retorica, eccezion fatta per le similitudini. Ricorre in alcune occasioni all’adozione di splendidi endecasillabi, che dimostrano la sua conoscenza delle basi della poesia. La musicalità è assordante. Stordisce i sensi, li addestra a nuovi tipi di ascolto. Il merito è soprattutto del ritmo, dato dalla posizione degli accenti tonici sulle vocali più evidenziate nella pronuncia. Nel suo caso il ritmo è naturale, i suoni sono aperti, tremano, aumentano la tensione emotiva. Si può senza dubbio parlare di un’artista ispirata. E il pensiero va ai greci che ritenevano il poeta ispirato quando cadeva in estasi e veniva trasportato vicino ai pensieri di Dio.

Pur non potendo parlare di condizione estatica, credo sia evidente che la Lombardi possieda la funzione mentale che consente di percepire le cose materiali e spirituali senza passare attraverso la logica. Non concepisce i tecnicismi, sa guardare oltre le cose ed è visionaria nel senso positivo del termine, in quanto sa anticipare ciò che deve nascere elaborando disegni che possono dirsi rivelazioni. Non credo possa esistere un poeta realista, è ossimorica la stessa definizione. Il motore del visionario è il coraggio, oltre alla creatività. E la cara, carissima poetessa delle valli che conosco bene, porta in sé il coraggio delle ferite. In natura l’ostrica produce la perla se viene offesa e resa inabitabile da corpi estranei. La conchiglia produce la madreperla per proteggere il corpo indifeso; e forma splendide perle lucenti, pregiate e diverse l’una dall’altra. Senza il dolore l’ostrica non produrrebbe perle. Si tratta di una metafora ardita, ma a mio umile avviso adatta a una donna che si è rivelata combattente in ogni giorno della sua esistenza e ha trasformato le lesioni dell’anima in perle lucenti che scaldano i giorni e le vite di coloro che le leggono e le trattengono nei cuori.

Io mi ritengo una prescelta e voglio ringraziare l’artista che sa «lenire l’altrui dolore», «avvicinarsi agli umili» e comprendere la parola di Dio. Se i critici sono deputati alle esegesi del suo dire, io entro in comunione con la sua essenza, respiro le sue storie, imparo la danza lenta del tempo e m’inchino a ogni perla deposta sul greto del Calore.

Wanda Lombardi è nata e vive a Morcone (Benevento), città dell’Alto Sannio. Laureata in Pedagogia, ha insegnato Materie Letterarie nelle scuole secondarie. Ha pubblicato le raccolte di poesie: Sensazioni (2001), Nel silenzio (2002), Luce nella sera (2011), Oltre il tempo (2015), Voci dell’anima (2016), Gocce di rugiada (2017), Attimi lievi (2018), Il senso della vita (2019), Nel vento dell’esistere (2020, con traduzione in inglese), Volo nell’Arte (2021), Miti e realtà (2022), Opera Omnia (2013). I libri di narrativa: Proverbi e modi di dire morconesi (2008), Racconti fiabeschi, letture per la scuola (2011). I romanzi: L’eco del passato (2012), Sulla scia del destino (Poppi 2016). I testi teatrali:  La fortuna dietro l’angolo, commedia in tre atti (2013), Una volta… c’era, commedia in tre atti (2014), Ce la faremo, commedia in tre atti (2016).

 

 

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