Tecniche per fronteggiare situazioni di emergenza e trauma
“Solo dopo la morte si è immuni dallo stress” H. Selye
Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 giugno 2006 “Criteri di massima sugli interventi psico-sociali da attuare nelle catastrofi” (G.U. n. 200 del 29 agosto 2006)
Nel contesto degli interventi a sostegno delle vittime di eventi catastrofici è necessario prestare massima attenzione ai problemi di ordine psichiatrico-psicologico che possono manifestarsi sulle popolazioni colpite e sui loro soccorritori.
Essi possono palesarsi in fase acuta o evolvere in modo subdolo, con ripercussioni anche nel lungo periodo.
E’ inoltre opportuno osservare che le catastrofi possono produrre sugli individui effetti di lunga durata e mettere a dura prova le capacità di reazione e di adattamento sia del singolo individuo che dell’intera comunità.
La Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 giugno 2006: “Criteri di massima sugli interventi psico-sociali da attuare nelle catastrofi” descrive:
L’equipe psicosociale per le emergenze.
E’ compito delle Regioni e delle Province Autonome disporre affinché si costituiscano equipe per il supporto psicosociale alla popolazione colpita da calamità.
I destinatari degli interventi
– le vittime dirette;
– i testimoni diretti;
– i familiari delle vittime;
– i soccorritori, volontari e professionisti, che abbiano prestato il proprio aiuto alle vittime e ai sopravvissuti.
In una emergenza, lo psicologo:è presente; si rende visibile; incontra l’altro; è disponibile all’ascolto empatico; si adatta al contesto e al setting; promuove il lavoro di rete.
Importante è per la persona in difficoltà: attenzione, disponibilità, accoglienza, riconoscimento, normalizzare, rassicurare .
Lo psicologo si avvicina alla persona in difficoltà in punta di piedi, mostra la propria disponibilità all’ascolto empatico, si parla di empatia come qualcosa che serve a comprendere l’altro, a mettersi nei panni dell’altro, per capire il suo stato, la sua situazione, la sua sofferenza, il suo vissuto.
Tra lo psicologo e la persona si crea uno spazio protetto, si condivide uno spazio ed un tempo esclusivo, riservato a loro due, devono trovare una distanza che sia ottimale per entrambi e abitare questa distanza per il tempo stabilito o necessario, questo permette alla persona di fidarsi, affidarsi, sperimentarsi, parlare delle proprie sensazioni, emozioni.
Tecniche di intervento per fronteggiare situazioni di emergenza e per il trattamento successivo del trauma.
Il flusso di luce, il Defusing, il Debriefing, l’E.M.D.R. (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), il posto sicuro interiore, Tecniche di rilassamento, l’umorismo.
IL FLUSSO DI LUCE.
La tecnica del flusso di luce è molto utile per attivare il guaritore interiore.
“Esplori il suo corpo partendo dalla testa per arrivare ai suoi piedi e noti le sensazioni spiacevoli o tensioni nel corpo”
“Immagini ora un flusso di luce colorata. Del colore che le piacerebbe””Del colore che il suo corpo ha bisogno per guarire oggi”
“Lasci che la luce lenitiva e guaritrice entri sempre di più nel suo corpo fino a giungere alla parte del corpo che sente più debole e in quel punto immagini di intensificare sempre di più questa luce colorata e benefica.”
“Continui a far fluire la luce dalla testa al collo e alle spalle. Lungo il torace e giù lungo le braccia sino alla punta delle dita. Lasci che la luce guaritrice e lenitiva scorra attraverso il busto fino alle gambe e fuori attraverso i piedi. Lasci che la luce scorra in ogni parte del suo corpo.
Contemporaneamente mentre ciò avviene noti cosa succede e poi immagini di dire a se stesso le parole che avrebbe più bisogno di sentire ora”.
DEFUSING
Intervento breve (20-40 minuti) che viene organizzato per le persone (6-8) che hanno vissuto una circostanza particolarmente disturbante/traumatica. viene utilizzata a “caldo” e cioè subito dopo l’evento si fa parlare il gruppo dell’esperienza traumatica vissuta.
Obiettivo diminuire la tensione e lo stress traumatico attraverso la condivisione verbale dell’esperienza;ridurre il senso di isolamento, attraverso l’appartenenza al gruppo che ha subito il trauma; aiutare il gruppo a ritornare alla normalità fornendo soluzioni a breve termine.
DEBRIEFING o CISD – Critical Incident Stress Debriefing
E’ un intervento più sistematico e strutturato per aiutare i superstiti e i soccorritori a dare un senso alle loro esperienze e prevenire lo sviluppo di problemi.
Lo scopo è comprendere e gestire emozioni intense, identificare strategie di fronteggiamento efficaci e ricevere sostegno.
Il termine debriefing era utilizzato in particolare nell’aviazione.
Prima di partire per la missione di guerra, infatti, gli equipaggi degli aerei da combattimento, erano convocati, in una riunione detta briefing, per prendere atto della natura del loro incarico ufficiale (obiettivo, mezzi messi a disposizione, orario, svolgimento previsto etc.)
Al rientro in sede, erano nuovamente convocati per una riunione detta di debriefing, per commentare la riuscita della missione e quali erano stati gli inconvenienti, tecnici e procedurali riscontrati e contare le perdite subite. Insomma fare un bilancio della situazione.
E’ da considerare una tecnica di pronto soccorso emotivo “a freddo” (24-76 ore dopo l’evento)
dura circa 2-3 ore, può coinvolgere fino a 15-20 persone offre alle vittime di un trauma la possibilità di: esternare e confrontare con altri pensieri, ricordi, emozioni, in modo da comprenderli e normalizzarli; ridurne l’impatto emotivo e contenerne le reazioni;
combattere le convinzioni erronee; favorire il recupero della funzionalità delle persone e del gruppo.
L’EYE MOVEMENT DESENSITIZATION AND REPROCESSING (EMDR)
Nasce con la psicologa nel 1987 con la psicologa Francine Shapiro che applicò su di sé delle stimolazioni bilaterali oculari e fece studi sul disturbo da stress post-traumatico (PTSD) su reduci dal Vietnam e vittime di abusi ottenendo risultati positivi in entrambi i casi a seguito dell’applicazione dell’EMDR.
L’EMDR si focalizza sulla risoluzione delle problematiche, conflitti, disagi attuali considerando che
ciò che accade ora deriva dalle informazioni, ricordi del passato, antichi che sono stati congelati nella memoria Dal lavoro con l’EMDR, i ricordi, le informazioni, vengono rielaborate dal paziente con l’aiuto di appropriate stimolazioni bilaterali e si passa ad un lavoro sul futuro.
L’obiettivo dell’EMDR è di riprendere l’informazione, l’immagine, il ricordo originale e permettere al paziente di rielaborarlo in modo che l’informazione congelata diventi adattiva nel presente.
L’EMDR agisce sulle difficoltà del presente andando all’origine, nel passato ed operando nel futuro.
POSTO SICURO
Esercizio di visualizzazione per trasportare la persona da una situazione stressante in un luogo di pace e tranquillità.
Respirazione
La velocità di respirazione influenza la mente
Gli effetti di una riduzione della velocità di respirazione non si limitano solo al corpo, ma si estendono alla mente e alle emozioni.
Una respirazione lenta, tranquilla, porta compostezza e un naturale sollievo dalle alterazioni emotive.
Controllando e regolando la respirazione, si ottiene un controllo completo su se stessi, riuscendo a rimanere mentalmente tranquilli anche di fronte alle emozioni. (HIRAI T., Curarsi con la meditazione zen).
Rilassamento muscolare progressivo (Jacobson)
Edmund Jacobson (anni ’30) elaborò un metodo semplice ed efficace che, agendo sui muscoli mirava a riportare la mente in uno stato di calma.
Vari gruppi di muscoli vengono progressivamente presi in considerazione contratti e rilassati in modo da provocare un abbassamento della tensione all’interno del corpo.
L’umorismo
Il riso permette un’aggressione senza aggressività
Umorismo: l’arte di sfiorare senza insistere. (Vladimir Jankélévitch)
Se vengo aggredito da altre persone o dagli eventi, oltre alla fuga, mi rimangono tre possibilità:
a) rispondere, attaccando a mia volta: il che non sarebbe male, perché tengo testa all’aggressione, ma ci sarebbe il rischio di far andare avanti lo scontro all’infinito e di uscirne malconcio;
b) Comportamenti come se non fosse accaduto nulla: questo può anche porre fine allo scontro, ma il rovescio della medaglia è la possibilità che l’aggressore continui e io ne esca ancora più malconcio;
c) Non cedere terreno, facendo il possibile per schivare i “colpi” dell’agggressore, e adattarmi al gioco impostato dall’altro mettendo le cose in ridere.
In fin dei conti, dobbiamo tener presente che il più delle volte la causa dello stress non è un fatto particolare, ma è come noi lo giudichiamo e lo affrontiamo;
l’aveva intuito il filosofo Epitteto duemila anni fa: “Gli uomini sono disturbati non dalle cose, ma da come essi le vedono”;
più recentemente, il padre delle moderne ricerche sullo stress, Hans Selye, riprendeva: “Lo stress non dipende tanto da ciò che ci accade, quanto dal modo in cui noi lo interpretiamo.”
Noi, quindi, possiamo controllare le nostre interpretazioni dei fatti col senso dell’umorismo. Grazie a esso, sdrammatizziamo il confronto, disarmiamo l’aggressore e volgiamo la situazione da temibile in divertente. (Mario Farnè, Guarir da ridere La psico-biologia della battuta di spirito).
Bibliografia
Farnè M., Guarir da ridere La psico-biologia della battuta di spirito, Bollati boringhieri, Torino, 1995.
HIRAI T., Curarsi con la meditazione zen, Red Edizioni Milano, 2007.
Hart William, LA MEDITAZIONE VIPASSANA come insegnata da S.N. Goenka Un’arte di vivere, Edizioni ARTESTAMPA, 2011, Modena.
Kabat-Zinn J., Dovunque tu vada ci sei già, in cammino verso la consapevolezza, TEA Pratica, Milano, 2013.
Simone M., Psicologia dello sport e non solo, Aracne editrice, Roma, 2011.
– Psicologia dello sport e dell’esercizio fisico. Dal benessere alla prestazione ottimale, Sogno Edizioni, Genova, 2013.
– O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport, Edizioni ARAS, Fano, 2013.
– Sviluppare la Resilienza Per affrontare crisi, traumi,sconfitte nella vita e nello sport. MJM, Meda (MI), 2014.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
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