Teatro Villa Sora Frascati – LA SCOPERTA DE L’AMERICA di Cesare Pascarella
TeatroNuovo Sipario Aperto direzione artistica Laura Teodori
presenta
A GRANDE RICHIESTA
LA SCOPERTA DE L’AMERICA
di Cesare Pascarella
Domenica 5 marzo 2017 ore 18:00
Teatro Villa Sora – Via Tuscolana, 5 – Frascati
info: 368-7609763
prevendita: Quintaprima Ticket Service Via del castello, 62 – Frascati tel. 06/94018086
Note di Regia
La messa in scena di un ‘opera come “La Scoperta dell’America” di Cesare Pascarella, scritta nel 1893, che si compone di una corona di 50 sonetti in lingua romanesca, esige un grande senso di concretezza, come più concreta rispetto all’italiano è questa lingua del popolo. “Nel linguaggio di una plebe si può dire poco o nulla” diceva Belli, ma per Pascarella “Esso è la stessa lingua italiana pronunciata differentemente”; è costruito con gli stessi termini della lingua italiana, coincide quindi con essa ad eccezione della sonorità della pronuncia e ne ha le stesse capacità espressive. In più, nel romanesco, c ‘è una maggiore chiarezza d’esposizione, parole e cose corrispondono in modo inequivocabile e dànno maggiore sicurezza al discorso e sembrano non essere contaminate.
Il “verismo” di Pascarella trae origine dalle sue qualità di acuto osservatore della realtà, non a caso si dedicava al disegno, alla pittura e al giornalismo. Gli schizzi dei suoi “Taccuini” dimostrano le enormi capacità di poter cogliere dall’osservazione anche rapida e fugace, l’essenziale e l’indispensabile. Tutte queste qualità rifulgono proprio nella sua migliore opera, “La Scoperta dell’America”.
In Italia la parola America è spesso usata per indicare gli Stati Uniti, un Paese considerato di sogno dagli emigranti italiani di fine ottocento. Oltre ai grattacieli, la fantasia di ogni emigrante era colpita dall’abbondanza, dalla liberalità del costume, dalla figura della donna americana, libera e ammaliatrice e poi la grandiosità del territorio, il lusso, la potenza del denaro e il suo culto; questo ritratto era in netto contrasto con quello dell’Italia cattolica, conformista, provinciale misera e paesana dell’epoca, con divertimenti semplici fatti di partite a carte nel retro di un caffè tra un bicchierino e l’altro. Invece con la descrizione puntuale, fantasiosa, umoristica, emozionante, fervida e patriottica del leggendario viaggio di Colombo, Pascarella vuole dimostrare che non è l’America il Paradiso terrestre sognato dagli emigranti, ma è l’Italia, un paese colmo di bellezze artistiche insuperabili, di uomini con una genialità senza confini. Fa raccontare la storia ad un popolano e straordinaria è la scoperta di quella piccola gente seduta all’osteria di far parte, ignorandolo, del gran fluire del tempo, cioè della Storia. Una Storia che non terrà mai conto delle loro esistenze, dei loro nomi, ma in cui tutto si trasmette.
L’atteggiamento ludico e lo spirito buffonesco che aleggiano nei suoi versi sono stati la chiave di lettura per una messa in scena che si snoda in una sequenza di immagini che hanno il sapore di un gioco fanciullesco. Un’operazione non sulla nostalgia ma sulla memoria.
Laura Teodori
www.siparioaperto.com
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