Teatro Vascello – La Signorina Giulia
Dal 11 al 16 ottobre
Dal martedì al venerdì h 21 – sabato h 19 – domenica h 17
La Signorina Giulia
di August Strindberg
adattamento e regia Leonardo Lidi
con Giuliana Vigogna, Christian La Rosa, Ilaria Falini
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
suono G.U.P. Alcaro
produzione Teatro Stabile dell’Umbria
in collaborazione con Spoleto Festival dei Due Mondi
durata spettacolo 1 ora e 20’
«Verrà, comunque, forse un giorno in cui saremo tanto avanzati, così illuminati, da poter osservare con indifferenza lo spettacolo brutale, cinico, crudele, che ci propone l’esistenza. Allora avremo disinnescato gli strumenti inferiori ed inattendibili di pensiero detti sentimenti, divenuti superflui e nocivi per la maturazione dello strumento di giudizio.»
August Strindberg – Prefazione
“Quando lo spazio è troppo piccolo fai l’amore con chi c’è, con l’ultimo uomo sulla terra, lo contendi con l’altra donna, cerchi di sedurlo sapendo già che tra pochi attimi lo odierai. Quando lo spazio è troppo piccolo se qualcuno sale sopra le nostre teste ci sembra che quello sia il Dio, un Conte gigantesco pronto a calpestare noi microbi con i suoi stivali fatti di fango, in un sadico tip-tap.
Lo spazio pulito si sporca del nostro corpo.
L’angolo di una stanza di una casa di una provincia, soffocante, un micro mondo dove nessuno sceglie niente e si entra nel corpo dell’altro per occupare meno spazio possibile.” Continuo la mia ricerca sui confini autoimposti dalla mia generazione, dopo Spettri, Zoo di Vetro, Casa di Bernarda Alba, La Città Morta, Fedra consapevole che il concetto di lockdown ora interroga lo spettatore quotidianamente sui limiti fisici e mentali della nostra esistenza.
La Signorina Giulia è considerato il capostipite del movimento europeo detto “naturalismo” e August Strindberg, spigoloso e violento, in Italia spesso subisce la semplificazione della verità. Se è vero che l’opera di Strindberg fa parte della nuova formula di Zola “rendere vero, rendere grande e rendere semplice” non bisogna scordare le grandi incoerenze, l’incapacità del normale, e la enorme statura teatrale dell’immorale drammaturgo svedese. Tre orfani vivono uno spazio dove è impossibile non curvarsi al tempo, dove la vita è più faticosa del lavoro, in una casa ostile da dove tutti noi vorremmo fuggire. Nell’arco di una notte capiamo come gestire questa attesa, prima della fine, cercando di ballare, cantare e perdersi nell’oblio per non sentire il rumore del silenzio; se nella macabra attesa del Finale di Partita o nell’aspettare Godot sono i morti e i vagabondi a dover gestire il nulla, in Strindberg sono i figli a dover subire l’impossibilità del futuro. Nello spavento del domani l’unica stupida soluzione è quella del gioco al massacro, il cannibalismo intellettuale. L’inganno. Il Teatro. Julie: Ottimo Jean! Dovresti fare l’attore.”. Leonardo Lidi
Informazioni :
Biglietteria spettacolo: intero € 25, ridotto over 65, under 26 e nostri convenzionati € 18, ridotto studenti €15
Acquista i biglietti on line https://www.vivaticket.com/it/Ticket/la-signorina-giulia/182425
info e prenotazioni 065898031 065881021 promozioneteatrovascello@gmail.com – promozione@teatrovascello.it
Teatro Vascello via Giacinto Carini 78 Roma Monteverde
E
Dal 28 febbraio al 5 marzo
Dal martedì al venerdì h 21 – sabato h 19 – domenica h 17
Il gabbiano
PROGETTO ČECHOV – prima tappa
da Anton Cechov
regia Leonardo Lidi
con (in o.a.) Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini, Christian La Rosa, Francesca Mazza, Orietta Notari, Tino Rossi, Massimiliano Speziani, Giuliana Vigogna, Angela Malfitano
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
suono Franco Visioli
assistente alla regia Noemi Grasso
adattamento e regia Leonardo Lidi
produzione Teatro Stabile dell’Umbria,
Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
in collaborazione con Spoleto Festival dei Due Mondi
Per ricominciare a camminare in questo tempo così incerto credo che il teatro sia un ottimo progetto sul quale focalizzare le nostre energie. Se penso ad Anton Čechov mi torna in mente questo passaggio di John Lennon nella canzone Beautiful Boy: “La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti”.
Ne Il gabbiano l’autore sembra creare un testo che possa interrogarsi sulla differenza tra Simbolismo e Realismo, sul senso critico del teatro rispetto al suo pubblico ma alla fine – contro ogni pronostico – arriva la vita. In scena ecco apparire l’amore e l’assenza di esso e ci ritroviamo accompagnati da personaggi talmente ben scritti e messi così bene in relazione tra di loro che tutti insieme decidiamo di deviare la trappola del Tema per aprirci e interrogarci sulla semplicità del nostro essere. Sui ricordi e la nostalgia dell’infanzia, su quell’incontro che ci ha fatto male e quell’incontro che ci ha cambiato la vita. O fatto sorridere. O fatto piangere.
Come in un patto. Come se un gruppo di uomini e di donne lavorasse assieme con impegno e gioia confidando nell’arrivo della vita in scena. Ecco forse spiegato il perché Čechov ha superato il suo tempo, ecco come utilizzare un testo per arrivare alla vita. Ho scelto una trilogia che lavora con lo stesso alfabeto: Il gabbiano – Zio Vanja – Il giardino dei ciliegi. Tre case, o forse la stessa, tre famiglie, o forse la stessa, e l’amore che soppianta il lavoro. Mentre aspettiamo di sapere qual è il Teatro giusto per parlare allo spettatore o se venderemo la casa di Vanja o se verrà distrutto il nostro storico Giardino, noi aspettiamo e incontriamo la vita attraverso l’amore. Aspettiamo un bacio.
In questa trilogia vedo la possibilità di tornare al senso pratico del teatro, deviando gli intellettualismi e scegliendo la semplicità nella sua altezza. Scegliendo uno spazio. Scegliendo l’empatia e non una bolla elitaria.
Scegliendo l’amore e il dolore che comporta questa opzione ma soprattutto scegliendo gli attori come forma d’arte e come pietra preziosa da difendere nel teatro italiano del nostro tempo. Tredici attori passeranno assieme un tempo importante, una parentesi della loro vita, per lavorare assieme ad un regista che sceglie finalmente il suo autore preferito come ripartenza del proprio percorso. Leonardo Lidi
Prezzi intero € 25, ridotto over 65, under 26 e nostri convenzionati € 18, ridotto studenti €15, info 065898031 promozioneteatrovascello@gmail.com – promozione@teatrovascello.it
Teatro Vascello via Giacinto Carini 78 Roma Monteverde
Acquista i biglietti on line https://www.vivaticket.com/it/Ticket/il-gabbiano/182413
Il teatro rimarrà chiuso i giorni:
24-25-26 dicembre
1-2 gennaio
Sabato 31 dicembre ore 21:00
Speciale Capodanno
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento