TEATRO ROCCA DI PAPA – ANDREA TIDONA in AGAMENNONE
Doppio Appuntamento questo fine settimana….
SABATO 26 novembre ore 21
IL CATAMARANO
di Gabriele Mazzucco
regia Gigi Palla
con Andrea Alesio, Piero Casoli
Scenografia: Carla Marchini
Costumi: Carla Marchini
Foto di Scena: Enrico Diamanti
Il mondo dello spettacolo è un mondo pieno di personaggi eccentrici, al limite della follia e del surreale: un mare popolato da pescecani e teneri pesciolini. Un’isola fantastica che attira ed illude tanti giovani. Ma siamo sicuri che sia poi tanto diverso da qualsiasi altro posto di lavoro? Il catamarano parla di un trentenne che per tredici anni ha provato a emergere e a sfondare nel mondo dello spettacolo con fortune alterne, lanciandosi nel frattempo mestieri più diversi. Ma, in fondo, esiste ancora un lavoro “normale”?
orario botteghino LUN-MER 17/20
info 3281224154
DOMENICA 27 novembre ore 18
AGAMENNONE
di GHIANNIS RITSOS
traduzione Nicola Crocetti
con ANDREA TIDONA
e con Carolina Vecchia
voice over Alessandra Fallucchi
progetto e regia di ALESSANDRO MACHÌA
scene Katia Titolo | costumi Sara Bianchi
luci Giuseppe Filipponio |
habitat sonoro Giorgio Bertinelli
assistente alla regia Nicole Mastroianni
uff. stampa Maresa Palmacci |
comunicazione Sofia Chiappini
organizzazione Rossella Compatangelo
una produzione ZERKALO
in collaborazione con il Festival APPIA NEL MITO
in accordo con Arcadia & Ricono srl per gentile concessione di Ery Ritsou
Nella versione di Ritsos, il re di Micene, potente despota omerico a capo della spedizione contro Troia, è un uomo vecchio, giunto finalmente a casa dopo una lunga estenuante guerra e capace di un solo ultimo atto di valore: una confessione della propria versione della storia alla moglie Clitemnestra. Come se Cassandra lo avesse già informato della sua morte imminente, Agamennone ricompone i passi di un cammino durato dieci anni, non per evitare il proprio destino ma per testimoniare le poche reali vittorie che è riuscito a compiere su sé stesso, prima fra tutte la lucida visione della propria vanità. Se in Eschilo non si vede mai cosa accade all’interno del palazzo, Ritsos invece ci porta all’interno del palazzo dove Agamennone racconterà la sua storia, quella di un uomo sensibile, fragilissimo, trasformato dalla guerra in cui ha visto e ha fatto tutto, una figura quasi sacralizzata dalla consapevolezza degli errori e dell’insensatezza umana, in grado di accorgersi addirittura delle piccole fatiche di una formica e di rivedervi tragicamente, le proprie. La regia sceglie una Clitemnestra giovane, la donna della memoria di Agamennone, che lo guarda muta e che per tutto il tempo riempie d’acqua recipienti, bicchieri, “suonando l’acqua” favorendo l’emersione dei ricordi del re, come una Mnemosyne. Allo stesso tempo questa Clitemnestra è anche un’immagine erotica fuori dal tempo che, come fa dire Ritsos al vecchio re, “conserva lo splendore e la gloria della mia giovinezza”. Ma – come in una linea che taglia trasversalmente il tempo – la giovane moglie si sovrappone alla figlia Ifigenia, sacrificata per ottenere il favore dei venti, così come alla sacerdotessa Cassandra, sua giovane amante e bottino di guerra. La scena – sonorizzata – è la scena della memoria, un interno in un esterno: una tavola di ferro, nuda, cosparsa di bicchieri e brocche, una chaise longue e a terra, tutto intorno, dei recipienti anch’essi pieni d’acqua. Sul fondo, uno specchio/porta dal quale gronda acqua
info 3281224154
orario botteghino LUN-MER 17-20
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