TEATRO PORTA PORTESE: ALDA MERINI TRA FOLLIA , DOLORE E RINASCITA. “LA CHIAMAVANO TERRA SANTA” DAL 6 ALL’8 DICEMBRE++
Debutta in prima nazionale il 6 dicembre a Roma, al Teatro Porta Portese, “La chiamavamo Terra Santa.” Un’esperienza teatrale che intreccia parole e musica per raccontare l’anima di Alda Merini, attraverso i suoi diari che svelano un viaggio tra follia, dolore e straordinaria vitalità.
“Il dolore non è altro che la sorpresa di non conoscerci” — con queste parole Alda Merini apriva uno squarcio sulla sua anima, fatta di contrasti, di abissi e improvvise luci. È da questo universo complesso che nasce “La chiamavamo Terra Santa”, un progetto teatrale firmato da Alessandro Fea e Stella Novari, che debutta in prima nazionale il 6 dicembre a Roma presso il Teatro Porta Portese, con repliche fino all’8. E dal 2025 in tournée in tutta Italia.
Un viaggio nella fragilità, nella sofferenza e nella forza vitale
La performance, in cui Stella Novari è protagonista, con le sonorizzazioni di Alessandro Fea, si addentra nel racconto intimo e profondo che Merini fa della sua esperienza nei manicomi. I suoi diari narrano il rapporto con l’amore, il dolore, la follia, ma anche con l’ironia e la speranza, in un delicato equilibrio tra sofferenza e resistenza.
“La psiche umana, l’uomo nelle sue fragilità e paure, ma anche nella sua straordinaria capacità di trovare energia per combattere e resistere, è il cuore di questo lavoro” spiegano gli autori. Il testo, accompagnato da musiche e silenzi significativi, restituisce al pubblico il racconto di una donna che ha trasformato il suo dolore in poesia e forza creativa.
Il significato di “Terra Santa”
In uno dei suoi scritti, Merini descrive il manicomio come un luogo che, pur nella sua crudezza, diveniva quasi sacro: “E, pur tuttavia, quella io l’ho chiamata Terra Santa proprio perché non vi si commetteva peccato alcuno, proprio perché era il paradiso promesso dove la mente malata non accusava alcun colpo, dove non soffriva più, o dove il martirio diventava tanto alto da rasentare l’estasi. Sì, la Terra Santa. E noi vi eravamo immersi, in quelle latrine puzzolenti, dalle albe (ma non vedevamo mai un’alba) al tramonto più cieco…” Questo contrasto diventa il cuore dello spettacolo, che porta il pubblico in un mondo fatto di abissi e vette, di crudezza e sacralità, di dolore e trasformazione. “La chiamavamo Terra Santa” è un’esperienza artistica unica, che unisce teatro, musica e poesia per raccontare la storia di Alda Merini, una delle voci più emblematiche e originali della poesia del Novecento. Una narrazione che esplora la sofferenza e la fragilità umana, ma anche la straordinaria capacità di trasformare il dolore in forza, poesia e vita.
Alda Merini (1931-2009) è stata una delle poetesse più rappresentative della letteratura italiana. Nel 1947, a soli 16 anni, fu ricoverata per la prima volta nella clinica psichiatrica Villa Turro di Milano. Nel 1961, fu internata nell’ospedale psichiatrico Paolo Pini, sempre a Milano, dove trascorse un lungo periodo, interrotto da brevi pause, fino al 1972.
Grazie alla Legge Basaglia approvata nel 1978, che ha rivoluzionato la psichiatria italiana, è stata sancita la chiusura dei manicomi allora simbolo di emarginazione e abusi. La riforma, completata negli anni ’90, ha introdotto cure territoriali e puntato sull’inclusione sociale.
INFORMAZIONI:
“LA CHIAMAVAMO TERRA SANTA”
Con: Stella Novari
Musiche e sonorizzazioni: Alessandro Fea
Teatro Porta Portese
Via Portuense, 102 – Roma
6 e 7 dicembre ore 21.00
Domenica 8 dicembre ore 18.00
Biglietto: € 10 (+ € 2 per tessera associativa)
Prenotazioni: 06.5812395 | 320.7279212 |
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