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Teatro Garage- Sala Diana- Genova – “Ridi?”

Teatro Garage- Sala Diana- Genova – “Ridi?”
Marzo 22
10:11 2022

“Ridi?”

Regia: Emanuela Rolla

Assistente regia e scenografia: Luca Maschi

Testo: Emanuela Rolla e Mirko De Bernardi

Liberamente ispirato a “L’uomo che ride” di Victor Hugo

Costumi: Andrea Costigliolo

Con:

Mirko De Bernardi

Produzione: Performer – Espressione Applicata

In prima assoluta il 25 marzo 2022 ore 21

Teatro Garage- Sala Diana- Genova

 

 

Debutta in prima assoluta venerdì 25 marzo al Teatro Garage- Sala Diana di Genova, Ridi? spettacolo diretto da Emanuela Rolla, e scritto dalla stessa Rolla con Mirko De Bernardi.

Il titolo è una domanda, una domanda tanto semplice quanto diretta che forse contiene una provocazione.

Ridi? è uno spettacolo che nasce da una lunga incubazione, tutto il 2021, per studiare, approfondire, elaborare, scartare e costruire ogni passaggio di questo spettacolo: dal testo, al lavoro sul personaggio, alla scenografia, a una regia che potessero mettere in luce uno spaccato di vita, tenendo sempre a mente i contenuti da comunicare come obiettivo del tutto.

Ridi? è liberamente ispirato al romanzo di Victor Hugo “L’uomo che ride” che era una critica all’opulenza e il parassitismo della nobiltà inglese in contrasto con la povertà del popolo sul finire del XVII secolo.

C’era bisogno di ispirarsi a un romanzo di fine 1600?”_ Annota Emanuela Rolla.

Risponderò con una citazione tratta dal romanzo di Hugo “Che cos’è la storia? Un’eco del passato nell’avvenire. Un riflesso dell’avvenire sul passato”, e quindi si, perché i temi trattati in esso sono tremendamente attuali. Sembrano scritti oggi per il domani, chiaramente l’impulso, la sfida non è stato solo riproporre quest’opera e questo tema, ma dare e offrire una propria interpretazione contestualizzandolo ai tempi nostri. E forse il messaggio forte che contiene il testo è quello di essere consapevoli, padroni di in proprio pensiero, ragionare e non sempre banalizzare un problema, magari…ridendone.

Il riso come maschera per resistere, come possibilità di alleggerimento ovvero come via di fuga per “distrarsi”. Non è una critica alla comicità che è sempre stata un antidoto, ma caso mai alla risata depotenziata, svuotata del suo significato più ampio.

Ci hanno servito sempre più messaggi di “alleggerimento” della coscienza, molto di quello che passa nel più famoso elettrodomestico delle nostre case ha a che fare con una sorta di alienazione dal Se e che quindi, per usare le parole di Norman, ‘l’uomo appare mutilato, gli hanno deformato il diritto, la giustizia, la verità…’ e tutto ciò non è attuale?!!

Lo spaccato di vita che mettiamo in scena è la storia di Norman J. Doyle, attore fallito e forse di scarso successo, che si trova in camerino al termine del proprio spettacolo che tanto ha desiderato realizzare. Ma questo non viene accolto dal pubblico nella maniera aspettata. Quel gelo della platea sarà l’ennesimo rifiuto di una società improntata soprattutto sul perbenismo e sarà l’inizio per il protagonista di una lenta e progressiva discesa verso il proprio vuoto.

 

Lo spettacolo, costruito con il gioco de il teatro nel teatro, è come già detto liberamente ispirato a “L’uomo che ride” romanzo di Victor Hugo fonte di ispirazione per il personaggio del Joker

Forse in quel modo autentico e diretto e a tratti spietati che Norman ha di indagare sulla psicologia umana c’è il significato del Joker.

Il romanzo di Hugo è stato per noi un ottimo pretesto per poter raccontare la storia di un uomo fragile solo, un anti-eroe che cerca di sopravvivere in una società sempre più alienata. E come Hugo che fu attento alla resa realistica dei costumi, una scelta di regia è stata ambientare la storia alla fine degli ‘80 avvalendoci di costumi originali che Andrea Costigliolo ha saputo riproporre, e una scenografia essenziale ridotta al minimo, scarni elementi d’arredo e oggetti in stile. Non ci sono muri anche se il personaggio vive e reagisce come se fosse in un camerino teatrale.”

 

Norman non è un eroe, è un uomo qualsiasi con un passato dirompente sul presente, un uomo con un sogno, una speranza: “un giorno ci sarà la vera società” dice Norman.

Nel testo ci sono diversi omaggi, che potrebbero essere vari indizi per un pubblico attento e amante del cinema e del teatro, da poter rintracciare.

La storia di un uomo che, nonostante il dolore, un passato burrascoso, delle aspettative forse svanite, parla; parla a chi decide che saprà anche ascoltare.

 

 

INFO E PREVENDITE: Ufficio Teatro Garage
via Repetto 18 r canc. tel. 010.51.14.47  

mercoledì ore  15.00-18.00,  giovedì ore 17.00 – 20.00,  venerdì ore 11.00 – 14.00

on line: www.happyticket.it

BIGLIETTERIA alla Sala Diana da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli

 

 

 

 

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