Tali di tali
Prodotto dalla redazione di namir.it, diretto da Emmedì, il film Tali di Tali è stato pubblicato on line per ricordare e denunciare. La storia s’ispira alla thalidomide, un farmaco che, dopo una sperimentazione durata 3 anni (1956-1959), la comunità scientifica considerò innocuo e indicato per curare l’insonnia e le nausee delle donne in gravidanza. La ricerca, della Grünenthal, fu condotta in modo grossolano: i ricercatori della casa farmaceutica tedesca dimenticarono di testare il trattamento su cavie da laboratorio che fossero incinte.
La thalidomide fu venduta soprattutto in Europa e in Australia fino al 1961. I suoi effetti sull’uomo si conobbero soltanto quando i primi bambini nacquero con gravi deformazioni agli arti e il farmaco fu ritirato dal commercio. Le morti infantili furono tante e i casi difficili da diagnosticare: all’epoca, molte persone con malformazioni e problemi neurologici venivano rinchiuse in case di cura e in istituti psichiatrici, o addirittura segregate in casa e nascoste alla vista della società, senza che vi fosse una reale possibilità di curarle. Il lungometraggio, tra realtà e finzione, accenna anche al caso del vaccino antipolio e ai bambini di oggi, curati con antidepressivi e tranquillanti. Attualmente in Italia ci sono 300 thalidomidici: lo Stato italiano li ha riconosciuti come vittime, ma non la Grünenthal, che si è limitata a porgere le sue scuse ufficiali al mondo solo nel settembre del 2012 (durante l’inaugurazione di un memoriale dedicato alle vittime a Stolberg), senza mai risarcire alcuno al di fuori del territorio tedesco. In altri Paesi – fra cui l’Italia – sono tuttora in corso dei contenziosi. Il film è un collage di immagini d’epoca che scorrono col racconto di un DJ. Sullo sfondo ci sono gli anni del “boom economico” e del rock ‘n roll. Alcune scene sono inadatte ad un pubblico impressionabile. (http://vimeo.com/67843184)
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