TALETE S.P.A. «TUTELARE ACQUA COME BENE COMUNE E PUBBLICO»
TALETE S.P.A. ZEPPIERI: «TUTELARE ACQUA COME BENE COMUNE E PUBBLICO».
Roma, Gennaio 2023
«Un referendum popolare tradito e una legge regionale non applicata: il problema dell’acqua come bene comune continua a essere ignorato a favore dei privati e senza considerare i reali bisogni delle persone». Queste le dichiarazioni della Consigliera regionale del Polo Progressista Alessandra Zeppieri.
«La Regione ha deciso di stanziare proprio ieri 4,5 milioni di euro a favore della società Talete S.p.a., che si occupa della distribuzione dell’acqua nella provincia di Viterbo, e che vanno ad aggiungersi ai 18 milioni già stanziati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti lo scorso maggio.
Società però per cui si è avviato un iter di privatizzazione ad oggi poco chiaro visto che è impossibile partecipare alle riunioni dell’Ato e reperire gli allegati degli atti, ma anche tutti i documenti relativi al processo che si sta iniziando, al piano industriale e alle eventuali delibere di approvazione da parte dei Consigli comunali degli Enti locali coinvolti. Di tutti questi documenti chiediamo l’immediata pubblicazione e soprattutto, chiediamo che l’acqua venga tutelata come bene comune.
Sono passati quattordici anni dal referendum popolare che ha visto affermarsi la volontà della cittadinanza affinché fosse tolto il profitto dalla distribuzione dell’acqua, e ne sono passati dieci dall’approvazione della legge regionale 5 che all’articolo 2 tutela l’acqua come “bene comune naturale e un diritto umano universale. La disponibilità e l’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile, in attuazione dei principi costituzionali, sono garantiti in quanto diritti inalienabili e inviolabili della persona”.
Per questo, non capiamo l’avvio di questo iter di privatizzazione anziché un investimento serio sulla rete, sulle perdite e sulla de-arsenizzazione dell’acqua. Un iter in netta contraddizione con la volontà espressa dalle cittadine e dai cittadini, dai territori del viterbese e dalla legge regionale stessa. Contestiamo il processo che porterà al bando di gara e chiediamo il rispetto dei principi dell’acqua come bene comune, di solidarietà e di salubrità.
Perché non possiamo continuare a giustificare l’ingresso dei privati in alcuni servizi con la scusa del miglioramento quando dovrebbero essere le Istituzioni stesse, con i loro investimenti mirati, a rendere migliore quello stesso servizio.
L’acqua non è un lusso e soprattutto non è un bene inesauribile. Tutelarlo rientra anche nei compiti della Regione Lazio che invece, proprio su questo tema, ha bocciato un nostro Ordine del Giorno che serviva a garantire maggiore sostenibilità nella gestione delle acque, evitando l’eccessivo sfruttamento del sistema idrico a cui si collega l’acquedotto del Peschiera nella zona della provincia di Rieti».
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