La direzione regionale dell’Inps, sul finire dell’anno scorso, si è pronunciata tracciando una mappatura del mondo del lavoro nel Lazio, come relazione annuale alle evoluzioni regionali sul tema. Dall’approfondita analisi vengono fuori dati interessanti, tra cui diversi punti caldi come l’avanzare del precariato tra i giovani, metodo attualmente usuale in tema lavoro, pensioni più alte di 80 euro delle medie nazionali e disparità di trattamento retributivo tra donne e uomini di elevata esponenzialità. I lavoratori dipendenti del Lazio sono circa due milioni, di cui circa il 90% solo nella Capitale; di contro il mondo del lavoro autonomo, che conta circa 325mila unità, nello specifico 121.493 artigiani, 178.563 comercianti, 25.098 agricoltori. Avanza di molto il settore delle collaborazioni domestiche con la presenza di circa 120mila lavoratori nel settore, di cui il 90% solo in Roma. L’evidenza è proiettata sul precariato, come in accenno, in quanto l’Inps stima che il Lazio raggiunga la quota di 700mila lavoratori di cui la gran parte con contratto co.co.pro, dunque a contribuzione limitata.