“A zonzo nella noia del cortile/ avvilito un bambino/ pedala nei vialetti/ che il condominio minaccioso vieta./ Non c’è/ dietro i palazzi/ il mare“. Ecco come con pochi stringati versi Vincenzo Luciani riesce a descrivere l’incerta malinconia di spazi ristretti e giochi solitari. È la grande città che ingloba le sue periferie sempre in crescita e cariche di varia umanità in fermento. È un canto filiale, questa nuova raccolta – dedicata a Filippo Fiorentino, apprezzato scrittore e poeta garganico che elogiò la poetica di Luciani – che l’autore rivolge a Roma dove vive dal ’75. E per rendere tale omaggio si cimenta anche con il romanesco, la ‘lingua’ del grande poeta Vincenzo Scarpellino cui è intitolato il ‘Premio di poesie inedite nei dialetti del Lazio’.