Troppo silenzio ultimamente sulla sorte dei rifiuti romani, oggetto di rocambolesche ipotesi tutte finora campate in aria. Qualche vocetta trapela ma non fa presa, subito afferrata nel vortice di affermazioni e smentite tranciate sul nascere e da cui germina una serie infinita di “qui lo dico e qui lo nego” che manda in cocci qualsiasi tentativo di ragionamento logico e pure il comprendonio dei poveri cittadini. È un classico: quando si arriva al picco della stagione estiva, peggio ancora se anomala come l’attuale, e si sta dando fondo alle ultime risorse per arrivare ad abbrancare qualche giorno di ferie da passare magari sotto l’ombrellone in qualche spiaggetta laziale, fra dune di rifiuti e il lezzo dei canali di scolo a cielo aperto, improvvisamente cala il sipario e sembra tutto in ordine, mentre in realtà si sta preparando il sempiterno ‘autunno caldo’ delle grandi disgrazie italiche.