L’analogia di una Frascati sparita, come la Roma sparita negli acquerelli di Ettore Roesler Franz, sorge spontanea vedendo le incisioni di Carlo Blasi che sono state esposte nel Palazzo Vescovile dal 28 maggio al 12 giugno. Ritraggono la città castellana mai vista prima d’ora, una Frascati del XVII secolo. L’idea per un lavoro accurato scaturì a Blasi dalla curiosità di ricostruire il suo albero genealogico in quanto era venuto a conoscenza di alcuni episodi che legavano la sua famiglia a momenti storici della vita di Frascati; scoprì così che il primo Blasi in ordine diretto arrivò nella cittadella nel 1640, proveniente dalla provincia di Novara al seguito di Girolamo Fontana, e che probabilmente scelse Frascati per ricongiungersi con alcuni parenti, data la presenza del cognome Blasi già dal 1560. «Immaginai allora il mio avo passeggiare nelle vie che oggi disegnano il paese – commenta Carlo Blasi – e mi chiesi quali fossero gli scenari e gli scorci che si presentarono ai suoi occhi in quegli anni.