In una realtà in cui il berciare e la lacrima mediatica sono divenuti il passepartout della visibilità (e non solo nei mai abbastanza deprecati reality) l’iniziativa di questo Festival, dovuta al compianto Gianni Astrei, continua a portare discretamente, ma tenacemente, avanti, l’ideale del dialogo e dello scambio, di idee, sentimenti, valori, e non solo all‘interno della famiglia, ma dall‘interno di essa verso e per la costruzione di una socialità attiva e solidale, coinvolgendo in questo obiettivo innanzi tutto i più giovani. Che sono stati i veri protagonisti anche di questa quarta edizione, centrata appunto sul “dire senza aggredire”, sulla “comunicazione non gridata” Di cosa? Ma delle emozioni, naturalmente. Divenute oggetto di un interesse sempre crescente, e di una riflessione che investe strati sempre più larghi di pubblico.