"Occidente, Italia Lazio, Castelli Romani Sei e trenta mattutine Il mondo s’è levato. Il mondo m’ha svegliato. Si sente, si sente. Si sente…….."
Tag "L’ angolo della Poesia"
Le cime, sospinte dal vento salutano il passaggio del pulsare sulla terra. Sdraiato, abbracciato nella terra riposa i lunghi anni di guardiano del tempo, della storia, di gente vissuta all’ombra
ttendo nella notte che sta svanendo il silenzioso rientrar d’un altro giorno per farsi poi spazio impetuosamente e rumorosamente dissolvere il buio
Tra giocattoli smessi frugando nella cantina infinita del mio ricordo il puzzle più grande ho trovato tra quelli che ho mai costruito. Gattonando incerto cercavo lo sguardo e il cenno
L’Uruguay: l’altra parte del globo, eco risorgimentale di tempi eroici per “due mondi” campioni, ma solo con la Rimet, rispettivamente nel ’30 e nel ’34. Primo novecento: il presidente Ordoñez
Quaderni sprecati di poesie malconce Una vita condensata in poche righe Come rugiada glaciale Il senso del destino è uno sbadiglio di bimbo
Tergicristalli nella pioggia recidono per poi nitida devolvere sublime tempesta di nuovo padrona su meccanico, alterno tempo che mi scorre sul parabrezza
Stupiti, in un angolo del sentiero petroso hanno sgranato grandi occhi nel mezzogiorno due piccoli fiori di croco
La Casa Editrice Sovera ha pubblicato in questi giorni un libro di poesie: “Il vento del tempo” di Elvira Vinciguerra, nata e residente in Grottaferrata, che coltiva da sempre la
Si crede di capire Quando tutto sembra filare liscio Ma quel sassolino Improvviso nella scarpa Ci fa muovere il dito Rattrappito L’indesiderato ospite Ci riporta Nel caos dell’inizio
Nell’ora d’aria tuffo nel sentore del che cosa si dice, niente mi affermo, sogno i trifidi e poi Peter cavalca la moto e la strada non termina mai e le
La notte quando il cielo è pieno di stelle non pensare a loro guardale! E quando le onde danzano sulla
Sulle spalle sento le tue lacrime seppur presenza non si tocca Le percepisco dolcissime Ancor ascolto i baci di tua
Nulla sono, ma esisto. Nel mio piccolo Sono contributo pensante… Mio Dio’ Quanto tempo sprecato. Non si può dormire quando
Bussate ai vetri non temete l’ora, troverete svegli i poeti. Sedetevi al loro tavolo, al massimo, assorti, non vi vedranno.
Questa foschia che ci rende annebbiati limita il campo visivo del sapere A ritroso come i gamberi torniamo nell’antica saggezza,
A raccontarmi le cadute d’allora l’adesso fermo. Paralisi che senza figure il volume è restituito nel ricordare i ricordi d’onde
Ho ascoltato il rumore del mare nella notte lucente con l’onda dissolta in ventagli aperti di merletti bianchi. Languore velato
Mi perseguitano i nomi delle cose laddove chiamerei il tavolo con un cenno e il letto socchiudendo le palpebre rinuncerei
d’originale uomo racconto a me non so’ riuscito a fare che mille storie fatte sempre mi son trovato dentro già
Ostacolo di cartapesta Il mondo dei prepotenti immerso nel sottomarino incorporeo Investire i propri desideri & piagnucolare miracoli Elemosino passioni
Voglio bere questo silenzio come cammello ingordo, perché possa ricordarlo quando russeranno idiozie sulla mia faccia
monumento antico storia sua mostra da se il tempo s’allunga pare infinito monumento oltre l’tempo storia ha con se l’antico
Un altro giorno ancor germoglia un altro giorno ancor finirà allorché avvertirò bisogno di vivere il passato d’assaporare il sogno
Padre mio assente più di mia madre che non c’è più. Padre mio che nell’imbarazzo invernale mi offri una manciata
Dolce Contrada in cui riposano Le Sacre Spoglie dei Padri Io mi siedo su queste pietre E ammiro l’immaginifico monte
Ed ecco il Natale: con vivo augurio vi penzolano a fiotti, dai soffitti dei mercanti, opulenti cartelli celebrativi a stagionarsi
Nel silenzio della notte guardo il tuo volto, spio il tuo respiro di bambino, sfioro con le labbra la tua
Cicala in delirio per nessuno che sei? cosa fai? cadenze perdute urli al culmine dell’alba. Notti divorare da incendi campestri.