Andrea Paladini era un caro giovane di appena 21 anni; era di Monte Compatri e dopo la licenza di scuola media superiore trovò subito lavoro a Pesaro. Amava passeggiare in bicicletta e un giorno, il 29 agosto di quest’anno, un uomo alla guida di un’auto lo investiva interrompendo bruscamente i suoi sogni. Solare, intelligente, profondamente sensibile, amante dello sport che lo vedeva spesso impegnato in tornei amatoriali dove veniva fuori l’entusiasmo per il gioco del calcio, conduceva uno stile di vita che per la sua giovane età a me viene da dire “esemplare”.