Si parla spesso di base, di iniziative che debbono partire e coinvolgere dal basso. Nel pomeriggio dell’11 giugno, a Tor Tre Teste, nel Centro Culturale Lepetit, si è capito anche che nobiltà e valori portano queste operazioni. Una manifestazione piena, partecipata, organizzata nei dettagli senza smancerie. Banditi presenzialisti, pseudointellettuali e nasi arricciati. Il premio, per poesie inedite nei dialetti del Lazio, alla sua prima edizione, vuole ricordare Vincenzo Scarpellino poeta romanesco, fondatore e collaboratore di Istituti e riviste dialettali. Il Comune di Roma gli ha intitolato un Viale all’interno di questo Parco residenziale, ed i suoi amici di quartiere e di poesia questo concorso con funzione propositiva, testimoniale e riparatoria (di una “dialettalità negata”), come acutamente sottolinea nell’introduzione del volumetto antologico, offerto in dono, il presidente della Giuria, Achille Serrao. La Giuria, appunto, oltre il presidente, Giorgio Grillo, Vincenzo Luciani, Cosma Siani, Franco Onorati, Rosangela Zoppi, Pietro Paris, non giurati ‘patentati’, ma personaggi di spessore, poeti, pubblicisti e docenti universitari che hanno partecipato e parlato con l’appropriatezza piana ed efficace di chi non ha bisogno di latinismi ad effetto, e regala solo arrosto.