È fresco di stampa l’ultimo libro di Ninnij Di Stefano Busà dal titolo Il sogno e la sua infinitezza (Ed.Tracce), con prefazione di Walter Mauro. Poetessa, critico, saggista e giornalista, l’autrice è tra le figure più rappresentative della cultura dei nostri giorni e apprezzata scrittrice a livello internazionale.
D. Il suo ultimo libro Il sogno e la sua infinitezza evoca un’immagine suggestiva, inafferrabile, quasi effimera. Che cos’è il sogno nella sua poesia?
R. Il sogno, secondo me, come simbolo di una irrealtà in cui viviamo, perché nell’arte spesso è proiettata una sorta di vita parallela, e quindi, è quella irrealtà che noi vorremmo che fosse realtà, scusate il bisticcio di parole, e invece, realtà rimane il sogno e basta. Quella è una realtà vera che noi ci conserviamo dentro e che ci attrae più della stessa vita, perché quando ne rimaniamo coinvolti come nell’arte della poesia, della pittura, della musica sono arti sublimi che ci migliorano, ci arricchiscono, ci fanno veramente esseri umani, diciamo con tutte le caratteristiche dell’intellettualità, della creatività.